Leggi

Volontari esenti dall’Iva

Perché chi non fa pagare l’imposta sui servizi erogati è costretto poi a versarla sui suoi acquisti? Importante sentenza della Corte di giustizia europea

di Redazione

Le associazioni di volontariato non devono pagare l?Iva. Lo dice una sentenza della Corte di giustizia della Comunità europea del 25 giugno scorso, la 45/95. Il pronunciamento si inserisce nel bel mezzo di una contesa che da anni vede contrapposte le associazioni di volontariato al ministero delle Finanze. L?organo di giustizia dell?Ue sembra dare ragione alle prime. Anche se il governo, nel dare attuazione alla delega del Parlamento in materia di imposta sul valore aggiunto, non sembra volerne tener conto.

«Sono anni che sosteniamo che le normative sull?Iva vanno cambiate perché penalizzano le nostre attività», attacca Bernardo De Luca, presidente della commissione consultiva del Volontariato della regione Liguria, «e ora ci aspettiamo che il governo si decida, vista la condanna in sede comunitaria. Dico il governo, perché nella finanziaria 1997, tra le varie deleghe in materia di Iva, era anche indicata la ?revisione della discipline dell?applicazione dell?imposta sul valore aggiunto per le attività solidaristiche svolte da organizzazioni di volontariato?».

Un punto che è stato intenzionalmente lasciato cadere dall?esecutivo perché, come spiega il ministero delle Finanze in un comunicato, «su questo punto si è dovuto constatare che la normativa europea non consente interventi modificatori dell?attuale regime, se non in direzione di una penalizzazione degli interessati».

Ma la recente decisione della Corte di giustizia europea sembra smentire questo orientamento. «In pratica», prosegue De Luca, «la Corte dice che chi non fa pagare l?Iva sui servizi che eroga, come le associazioni di volontariato, non deve essere tenuto a pagare l?Iva sugli acquisti necessari e strumentali all?erogazione di quegli stessi servizi. La posizione del governo, quindi, è ormai ufficialmente da rivedere, e per questo abbiamo scritto a Prodi, al ministro delle Finanze Visco e alla Commissione dei Trenta, cioè quella che deve emettere parere obbligatorio su tutti i decreti delegati predisposti dal governo in materia fiscale, perché riparino a questa svista».

E il 31 luglio, nel corso della sua ultima seduta prima delle ferie estive, la Commissione dei Trenta ha emesso il parere in materia di Iva senza recepire la richiesta del volontariato. Ma i cosiddetti bene informati assicurano che questa disposizione troverà finalmente spazio nel parere che la stessa Commissione dovrà emanare entro settembre. L?appuntamento è rimandato alla ripresa dei lavori.

La campagna

  • Promotore: Commissione consultiva del volontariato, regione Liguria
  • Obiettivo: Ottenere l?esenzione dall?Iva per le associazioni di volontariato, mediante previsione normativa nei decreti delegati in materia fiscale
  • Hanno aderito: Summit della solidarietà, Forum del terzo settore
  • Per partecipare: Inviare un fax alla Commissione dei Trenta: 06/67604780

    L’opinioneGiusta richiesta
    Sia come avvocato sia come segretario del Summit della solidarietà, appoggio e condivido pienamente la richiesta della Commissione consultiva del volontariato della Liguria. Senza entrare nello specifico della norma, che comunque mi sembra plausibile sia da modificare nel senso indicato da De Luca, vorrei ricordare ancora una volta che in quasi tutti i Paesi occidentali gli enti non profit in genere, e quindi anche le associazioni di volontariato nello specifico, godono di forti agevolazioni, se non addirittura di esenzioni, dall?Imposta sul valore aggiunto. Questo perché la leva fiscale è lo strumento attraverso il quale lo Stato riconosce il valore del lavoro svolto da tali enti.

    E anche perché ridurre i costi di produzione dei servizi erogati dal Terzo settore non significa solo far perdere all?erario pubblico delle entrate, ma principalmente vuol dire aumentare il benessere della collettività a costi ridotti. In un bilancio anche solo contabile, insomma, allo Stato conviene concedere agevolazioni fiscali al non profit. Purché, ovviamente, si tratti di enti seri e trasparenti.

    di Andrea Petrucci, Segretario generale ?Summit della solidarietà?

  • 17 centesimi al giorno sono troppi?

    Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.