Welfare

Ecco il Sud che si fa onore

Emergenza lavoro. Prodi consegna i primi prestiti agevolati per neoimprenditori

di Redazione

Sono in quarantasei, quasi tutti molto giovani e disoccupati. Ma all?attivo hanno una buona idea. Un?idea creativa, un progetto di attività produttiva da avviare al Sud, da soli o quasi, con il sostegno economico dello Stato e dell?Unione europea. Un prestito, insomma, per favorire la realizzazione dei loro businnes plan, che gli è stato ?consegnato? qualche giorno fa da un funzionario molto particolare: il presidente del Consiglio Romano Prodi.

Parliamo dei primi 46 ragazzi che hanno ottenuto il prestito d?onore, 50 milioni da restituire con calma (e solo in parte) allo Stato, come incentivo per la creazione di una ?ditta individuale?, una microimpresa, in un?area economicamente depressa come il Meridione. Una novità per l?ordinamento italiano, introdotta con una legge del novembre ?96, e che ha ricevuto uno stanziamento per il ?97 di ottanta miliardi. Una novità anche per il panorama europeo, visto che in molti Paesi del continente questo meccanismo è utilizzato principalmente per sostenere studi universitari e master di specializzazione.

Faranno cose molto diverse i giovani futuri microimprenditori, dal pasticcere all?architetto, dall?artigiano al traduttore ?on line?. Tutte piccole ditte individuali, che nascono con la speranza di diventare grandi. E per affrontare la nuova esperienza, i ragazzi e le ragazze ammessi al finanziamento hanno potuto frequentare un corso di formazione professionale di quattro mesi, curato dalla Società per l?imprenditorialità giovanile, l?ente presieduto da Carlo Borgomeo, che gestisce l?intero procedimento di selezione, formazione e assegnazione dei prestiti. Dei cinquanta milioni ricevuti, gli interessati dovranno restituirne solo una parte, il 40 per cento, in cinque anni. Per le spese di gestione, poi, è previsto un ulteriore finanziamento fino a un massimo di dieci milioni. Infine, a partire dall?inizio dei corsi di formazione e fino al concreto avvio della ditta, ogni ragazzo ha a disposizione un tutor, un assistente personale in grado di fornire tutta l?assistenza necessaria.

«Ho compilato il modulo per partecipare al bando quasi per caso», racconta Nicola Diana, 25 anni di Casal di Principe, piccolo centro vicino Caserta, «me lo hanno consigliato alla Camera di commercio, dove ero andato a chiedere informazioni per un prestito». L?idea di Nicola è aprire una pasticceria-gelateria nella sua città, tristemente nota per i sanguinosi fatti di camorra di questi tempi. Fino a oggi Nicola faceva il pasticcere, in nero, in un laboratorio vicino casa. Ora si sta preparando a diventare il titolare di un?attività autonoma: «Il corso di formazione è stato molto importante», dice, «mi ha fatto capire che per avviare e gestire un?attività del genere ci vogliono conoscenze specifiche, come il marketing e l?economia aziendale. Materie delle quali ero completamente a digiuno». E il successo di Nicola ha fatto colpo sui ragazzi di Casal di Principe, che lo sommergono di domande su come possono fare per ottenere anche loro il ?prestito dal governo?.

Da Prodi sono andati in venti, invitati a pranzo a palazzo Chigi il 23 luglio, in rappresentanza del gruppo. Dieci ragazzi e dieci ragazze. Tra queste c?era anche Rita Perone, 34 anni, traduttrice tecnica informatica, con un passato di lavoro all?estero, tra Taiwan e New York. «Da qualche anno, da casa, faccio traduzioni di programmi e manuali per computer», dice Rita, «principalmente dall?inglese all?italiano. Con i cinquanta milioni del prestito comprerò finalmente un computer più potente e forse anche un traduttore elettronico. Nel mio campo quello che conta è la velocità del lavoro e il rapporto diretto con il cliente. Cosa, quest?ultima, che non è possibile se si lavora poggiandosi alle agenzie, che ti pagano poco e non ti assicurano una continuità di occupazione e di guadagno». Almeno per il momento, Rita continuerà a lavorare dalla sua casa di Caserta: «Non penso a una sede vera e propria, piuttosto cercherò di allargare la rete dei collaboratori, che per il momento è costituita solo da una mia amica che lavora da un?altra città. Come ci contattiamo? Con telefono e fax, ma soprattutto con la posta elettronica, che è velocissima e costa molto di meno».

I quattro mesi di corso di formazione, tra una lezione di management e uno stage in realtà produttive già avviate, ha lasciato il tempo ai ragazzi di fare amicizia, di raccontarsi i loro progetti e scambiarsi consigli e progetti futuri, magari gettando le basi per una prossima alleanza commerciale. Racconta ancora Nicola: «Con alcuni dei ragazzi mi sento spesso, e qualche giorno fa siamo andati a mangiare una pizza. Dal tavolo accanto arrivavano i discorsi di un gruppo di amici. Parlavano di prestito d?onore».
Di Michele Caropreso

L’opinione
Lavorare con le idee

Un provvedimento complesso e articolato, che in soli sette mesi dai decreti attuativi della legge istitutiva è stato concretamente avviato, con il finanziamento dei primi 46 progetti. È questo il primo commento da fare sulla vicenda prestito d?onore. In molti avevano paventato l?ennesimo intervento assistenzialista dello Stato, una sorta di finanziamento indifferenziato per il piccolo commercio. E invece non è stato così. I meccanismi di selezione hanno permesso di individuare progetti originali e potenzialmente molto produttivi, evitando il rischio di buttare soldi pubblici. Ora bisogna aspettare del tempo per vedere quali saranno gli esiti di questi progetti che, è bene chiarirlo, non rappresentano, per ora, attività d?impresa. C?è da sperare che molti possano diventare impresa nei prossimi anni. Un?ultima considerazione sul contributo che i ragazzi ammessi al prestito hanno ricevuto: oltre ai cinquanta milioni, abbiamo messo a loro disposizione un importante bagaglio di conoscenze con i corsi di formazione. Un bagaglio importante quanto i cinquanta milioni, se non di più.
di Carlo Borgomeo, presidente Imprenditorialità Giovanile

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