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Lettera aperta di Don Mazzi a Romano Prodi

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

di Redazione

Lettera aperta a Romano Prodi e  alle associazioni, ai promotori della Marcia di Natale, ai Deputati e Senatori non  pregiudizialmente contrari all’amnistia   Caro Romano, la lunga amicizia che ha segnato positivamente il nostro passato mi permette di provocarti (è inutile usare un altro verbo, perché mi conosci) su un terreno tanto caro per me quanto delicato per te: il carcere. Insieme con altri ho marciato a Natale perché i tempi dell’amnistia si abbreviassero. Ho sperato che tu mandassi un segnale di assenso, anche timido. Invece uno dei tuoi ha lasciato una dichiarazione ai giornali che non vorrei fosse frutto dei vostri colloqui. Ci ha accusati “di non avere un briciolo di sensibilità verso la sofferenza dei detenuti, fomentando illusioni”. Spiega e ricorda a quel giovanotto, uscito dai ranghi dell’Azione Cattolica, di che pasta sono fatto e che per primo da vent’anni ho ospitato e ospito nelle mie comunità tutte le alternative al carcere che sono state progettate con la nascita della Gozzini. Legge che ha trasformato una intuizione tacciata di debolezza e di poco senso dello Stato, nello strumento più azzeccato per la lotta al terrorismo. Nessuno vuole illudere i carcerati. Vogliamo che si ponga fine ad un indegno ammassamento di persone dentro le galere e che si smetta di costruire nuovi istituti penitenziari. Sono due i tempi, che vanno attuati per riportare i castighi e le pene in linea con le strategie di una repubblica democratica. Il primo l’amnistia, pensata da alcuni come atto di clemenza, e da altri, con più intuito, antefatto necessario per il passaggio al secondo tempo, cioè al tempo per la collocazione della giustizia entro l’alveo della rieducazione e non solo della bieca repressione. Si riprendano i processi veloci e sicuri; le vie alternative al carcere; le messe alla prova massicce per i minori che sbagliano; la formazione delle guardie carcerarie; un ministero che sia degno del titolo che porta, cioè della Giustizia. È scandaloso che siano sempre i poveri a farne le spese, come è scandaloso che certa stampa e certa politica vada rimestando nella confusione caricando sui poveri crimini mai esistiti, violenze mai esibite, ricatti mai pensati. Sarebbe già un grande gesto di politica sfoltire le carceri da quanti potrebbero uscirne solo se i processi si celebrassero in tempi debiti. Romano fammi un favore esci dal tuo limbo. Il peso della tua autorevolezza deve incidere con forza affinché i due tempi di cui sopra si avverino. Le galere potrebbero diventare in pochi giorni o mina vagante con conseguenze incontrollabili o spazi dai quali partire, subito, per esternare segnali di una politica sociale diversa, più intelligente, più a misura d?uomo. Se uno sforzo personale dalle valenze positivissime ti portasse ad incontrare il Presidente Berlusconi, e accordarti sui passaggi minimi e sui contenuti dell’amnistia, anticiperesti con i fatti molto più che con le parole i programmi di un Governo meno legato agli equilibri interni e più attento ai disagi generali.   Don Antonio Mazzi Presidente del Comitato Promotore della Marcia di Natale    

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