Cultura

Natale: il Papa ha parlato di pace e sacralità della vita

«Facciamo sì che Dio non trovi chiuso il nostro cuore» ha detto tra l'altro Ratzinger nell'omelia della sua prima Messa di Natale da papa

di Gabriella Meroni

“Diventiamo operatori di pace e contribuiamo cosi’ alla pace nel mondo”. Lo stesso appello a riscoprirsi fratelli e a cambiare indirizzo ai destini del mondo, lanciato dalla loggia delle benedizioni il giorno di Natale, il Papa lo aveva anticipato alcune ore prima nella messa di mezzanotte, con un’omelia di grande spessore teologico, nella quale non sono mancati due riferimenti molto concreti: al dramma dell’aborto, con la richiesta di rispettare la vita fin dal concepimento; e alle difficolta’ che ancora permangono nella convivenza tra i popoli della Terra Santa. Un messaggio diretto a tutti gli uomini di buona volonta’, pronunciato nella basilica vaticana, gremita di fedeli, ecclesiastici, ambasciatori presso la Santa Sede, personalita’ civili e religiose. “Il Bimbo nel presepe – ha affermato Benedetto XVI – e’ davvero il Figlio di Dio. Dio non e’ solitudine perenne, ma un circolo d’amore nel reciproco darsi e ridonarsi, Egli e’ Padre, Figlio e Spirito Santo”. E poi: “in Gesu’ Cristo, il Figlio di Dio, Dio stesso si e’ fatto uomo”, facendosi conoscere e riconoscere “come Bimbo nel presepe”. Per il Papa, “Dio e’ cosi’ grande che puo’ farsi piccolo. Dio e’ cosi’ potente che puo’ farsi inerme e venirci incontro come bimbo indifeso, affinche’ noi possiamo amarlo. Dio e’ cosi’ buono da rinunciare al suo splendore divino e discendere nella stalla, affinche’ noi possiamo trovarlo e perche’ cosi’ la sua bonta’ tocchi anche noi, si comunichi a noi e continui ad operare per nostro tramite”. “Questo – ha scandito il Pontefice – e’ Natale: Dio e’ diventato uno di noi, affinche’ noi potessimo essere con lui, diventare simili a lui. Ha scelto come suo segno il Bimbo nel presepe: Egli e’ cosi’. In questo modo impariamo a conoscerlo. E su ogni bambino rifulge qualcosa del raggio di quell’oggi, della vicinanza di Dio che dobbiamo amare ed alla quale dobbiamo sottometterci. Su ogni bambino, anche su quello non ancora nato”. Benedetto XVI ha poi ricordato che la liturgia della notte santa presenta la luce come segno di “conoscenza e verita’”, e dunque di “calore” e “carita’”. Una luce, quella di Betlemme, che “non si e’ mai piu’ spenta” e che nei secoli ha continuato ad avvolgere nel suo splendore uomini e donne, da San Paolo a Madre Teresa di Calcutta. Il Papa ha rivolto allora una preghiera speciale perche’ “sgorghi la luce la’ dove dominano le tenebre”, con un particolare riferimento alla pace in Terra Santa, “quell’angolo di terra dove e’ nato Gesu'”. Ed e’ stata proprio la pace il terzo concetto-guida del Natale. Una pace svelata e annunciata per prima ai pastori, “anime semplici” e “vigilanti”, perche’ “disponibili per la Parola di Dio”: “E’ questo – ha spiegato Papa Ratzinger – che a Dio interessa. Dio ama tutti perche’ tutti sono creature sue. Ma alcune persone hanno chiuso la loro anima; il suo amore non trova presso di loro nessun accesso. Essi credono di non aver bisogno di Dio; non lo vogliono. Altri che forse moralmente sono ugualmente miseri e peccatori, almeno soffrono di questo. Essi attendono Dio. Sanno di aver bisogno della sua bonta’, anche se non ne hanno un’idea precisa. Nel loro animo aperto all’attesa la luce di Dio puo’ entrare, e con essa la sua pace. Dio cerca persone che portino e comunichino la sua pace. Chiediamogli di far si’ che non trovi chiuso il nostro cuore”. “Diventiamo operatori di pace e contribuiamo cosi’ alla pace nel mondo”, ha aggiunto il Papa, concludendo la sua omelia con una vibrante invocazione: “Signore, compi la tua promessa! Fa’ che la’ dove c’e’ discordia nasca la pace! Fa’ che emerga l’amore la’ dove regna l’odio! Fa’ che sorga la luce la’ dove dominano le tenebre! Facci diventare portatori della tua pace!”. Raccoglimento e commozione hanno accompagnato la solennita’ del rito presieduto per la prima volta da papa Benedetto e allietato, come ogni anno, dall’omaggio floreale a Gesu’ Bambino da parte di 12 piccoli provenienti da quattro continenti.

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