Formazione

Bagnoli: da arsenale a campus university

Rilanciata l'idea di trasformare l'area in un centro universitario mediterraneo

di Carmen Morrone

”Le nostre universita’ devono diventare un polo d’attrazione per gli studenti d’eccellenza dei Paesi arabi del Mediterraneo”. E’ questo il punto di partenza di Elio Cosentino, presidente del Cus (Centro sportivo universitario) di Napoli che ieri sera ha ospitato il convegno ‘Lo sport nelle universita’ del Mediterraneo’. Un’occasione per i rettori degli atenei campani, insieme al collega dell’universita’ di Firenze Augusto Marinelli, per riflettere sulle opportunita’ di cooperazione con le istituzioni accademiche degli altri Paesi del bacino e per rilanciare l’idea di un campus universitario internazionale da almeno 5.000 alloggi che potrebbe essere realizzato nell’area dell’ex arsenale militare di Bagnoli. ”Dobbiamo far presto – avverte Cosentino – prima che i giovani cervelli arabi, che non vanno piu’ a studiare negli Usa, preferiscano le universita’ indiane e cinesi che stanno crescendo a un ritmo vertiginoso. L’Italia ha un grande patrimonio da vendere, la cultura, e non puo’ lasciarsi sfuggire l’occasione”. Un progetto ambizioso, condiviso dagli altri rettori e realizzabile dal Comune con fondi europei proprio nel momento in cui la finanziaria ha tagliato i trasferimenti alle universita’. ”La realta’ parla di circa 350 milioni di euro in meno rispetto all’anno scorso – ricorda Pasquale Ciriello, rettore dell’Orientale di Napoli – e’ chiaro che in un momento come questo si rischia di perdere di vista aspetti come quello sportivo legato ai Cus e come quello della collaborazione internazionale”. Tagli pesanti quelli che hanno colpito il mondo accademico, tagli a cui la Regione Campania ha cercato di porre rimedio. ”Abbiamo allargato ai Cus – spiega il vicepresidente del consiglio regionale Antonio Valiante – la possibilita’ di attingere ai fondi della legge 42 sullo sviluppo sportivo finora riservata ai Comuni. E’ un passo che puo’ essere decisivo nello sviluppo dello sport universitario. Fondamentale e’ anche intensificare i rapporti tra le universita’ del Mediterraneo e il loro coinvolgimento nelle politiche dell’area: proprio dalla cultura si puo’ partire per riconvertire l’idea di Mezzogiorno d’Italia per farlo diventare il centro politico e culturale del bacino”. Un’operazione che sta cercando di compiere da tempo proprio l’Istituto Universitario Orientale, l’ateneo italiano che ha i rapporti piu’ stretti con i Paesi arabi della sponda sud del Mediterraneo. ”Nel nostro piccolo e muovendoci con attenzione, cerchiamo di farlo da tanti anni – spiega Ciriello – lo consideriamo un elemento fondamentale nello sviluppo del dialogo tra culture”. Il dialogo e’ portato avanti anche dall’Unimed, l’associazione delle universita’ del Mediterraneo che raccoglie 73 atenei da tutti i paesi dell’area. ”La cooperazione – spiega il segretario generale Maria Rosaria De Falco – e’ fatta di continui scambi culturali, di metodologie di studio e anche nello sport. Abbiamo sfide importanti che ci aspettano, come il superamento delle differenze; ci proviamo attraverso i progetti sviluppati come la recente creazione di un corso di studio per fisioterapisti all’universita’ di Amman, in Giordania o quello di Educazione al restauro in Algeria”. Un’operazione non sempre facile. Le difficolta’ nella lingua e nella condivisione culturale ci sono. ”Abbiamo ospitato studenti palestinesi, israeliani, con successo – spiega il rettore dell’Universita’ di Salerno Raimondo Pasquino – ma i problemi con le universita’ arabe ci sono, inutile negarlo, nonostante la presenza di accordi bilaterali”.


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