Non profit

Veronica e gli altri. Noi volontari in prima linea

Da luglio nove giovani italiani stanno svolgendo il servizio civile in Sri Lanka

di Redazione

Veronica Grazioli, Milano «La sera prima, a Colombo, avevo festeggiato i miei 26 anni con una cena in riva al mare, il mattino dopo ero su un pick-up bianco delle Nazioni Unite, destinazione Tangalle? Ora lavoro presso il Field Office della Fao, il cui progetto di riabilitazione delle comunità di pescatori è finanziato dal Dipartimento della Protezione civile. Le giornate sono ricche di attività: verifica sul campo delle liste dei beneficiari, distribuzione di beni, incontri per coordinare i lavori, pianificazione di nuovi interventi e controllo di quelli in corso. Mi muovo molto sul territorio: essere ?seconded to the Un? non significa vivere chiusi in ufficio. Non è raro fermarsi da una famiglia di pescatori a bere un the, o a mangiare (con le mani) riso servito su una foglia di loto». Elisabetta De Bona, Teramo «Colombo all?inizio ti schiaffeggia: macchine, autobus, bici e tuk-tuk che sfrecciano come in un videogame, cani e mucche randagi, un caleidoscopio di rumori, odori e colori. Da lì mi sono subito spostata a Potuvil, dove lavoro presso l?ong Ricerca e Cooperazione. In questa enclave musulmana la difficoltà maggiore è? essere donna: da occidentale ho dei privilegi, molti uomini presentandosi mi stringono ?addirittura? la mano, ma a volte mi capita di essere totalmente ignorata». Giulia Serena Gagliardini, Ancona «Filo conduttore: il caso. Che mi ha fatto scoprire l?esistenza del bando per il servizio civile all?estero con il Dipartimento della Protezione civile e mi ha catapultata in un paese con mille sfaccettature. Come ingegnere, sono stata inserita nell?ufficio tecnico del Dipartimento a Colombo, la capitale: seguiamo i progetti gestiti direttamente dalla Protezione civile, soprattutto la ricostruzione di scuole e strutture ospedaliere in varie parti dell?isola». Samantha Bobbo, Marghera «La grande villa dell?ong Alisei a Unawatuna, nel distretto di Galle, fino a un anno fa era un albergo con piscina e giardino di orchidee. Subito dopo lo tsunami, quasi cento persone scappate dalla spiaggia vi hanno trovato rifugio: l?acqua della piscina l?hanno usata per lavarsi? In Alisei ho diversi compiti: fotografo le case delle famiglie di pescatori prima e dopo la riabilitazione, organizzo gli allacciamenti idrici, una volta alla settimana vado a Colombo per le incombenze burocratiche. E ogni tanto faccio due chiacchiere con il monaco del tempio buddista vicino alla villa». Sara Canu, Olbia «Ho 28 anni, sono specializzata in Cooperazione internazionale allo sviluppo e ho desiderato essere qui fin dal 27 dicembre 2004. Il calore della gente, sempre sorridente, mi tira su di morale quando sento la mancanza degli affetti o sono preoccupata per i frequenti lancidi granate: lavoro nella sede del Cesvi a Trincomalee, ad un passo dalla zona controllata dal governo dei Tamil, e gli scontri sono all?ordine del giorno». Francesco Tropea,LameziaTerme «Dopo un percorso di studi universitari su politiche di sviluppo e cooperazione, sentivo il bisogno di un?esperienza sul campo. Sono stato inserito nella missione della Protezione civile a Colombo: affianco il coordinatore nel monitoraggio dei progetti gestiti da ong e finanziati dalla Protezione civile. La parte più stimolante? Gli incontri con la popolazione e il contatto con la cultura di un paese in cui convivono due etnie e quattro religioni». Chiara Carli, Cecina «Sono arrivata a Trincomalee, dove ha sede il Vis, in tarda serata: nel buio vedevo solo i check point militari ai lati delle strade e le mucche sul ciglio della strada. Un bel contrasto. Il livello di pericolo qui è alto, ma per noi cooperanti non ci sono problemi: anche se nei momenti di tensione non usciamo di casa e, comunque, dobbiamo sempre sventolare una bandiera per farci riconoscere». Sergio dell?Anna, Lecce «Come ingegnere svolgo il servizio di volontariato presso il Dipartimento della Protezione civile a Colombo, nella sezione dei progetti in gestione diretta del Dpc. Ci occupiamo di progettazione e costruzione di scuole, ospedali e orfanotrofi, oltre che della bonifica di una laguna. Lavoriamo anche sul campo, tenendo i rapporti con le autorità locali». Elena Gromme, Latina «Sono assegnata al progetto di microfinanza di Etimos. Obiettivo: il ripristino di cooperative, piccole imprese e istituzioni di microfinanza direttamente colpite dallo tsunami. Lavoriamo per permettere alle organizzazioni locali di riprendere le attività di prestito: dopo l?emergenza, il microcredito è fondamentale per lo sviluppo nel medio e lungo periodo».

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