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Commissione, se ci sei…

Lo scandalo Ucraina ha creato malessere. Ora associazioni e genitori chiedono all’autorità di garantire correttezza ed eticità

di Benedetta Verrini

Una lettera aperta alla presidente della Commissione adozioni internazionali, Roberta Capponi, per chiedere «un intervento deciso della Commissione, perché tuteli le famiglie e i bambini attraverso un controllo ferreo e continuato nel tempo degli enti iscritti all?albo». A mandarla, all?indomani della due giorni di colloqui che la Cai ha avviato con gli enti operativi in Ucraina, è il coordinamento di enti autorizzati Oltre l?adozione (composto da nove enti tra cui AiBi, Ciai, Avsi).

La preoccupazione (oltre a una certa insofferenza per l?immobilismo della Commissione), all?indomani del reportage-bomba del Messaggero sulle compravendite di minori a Kiev, è ormai diffusa tra gli enti autorizzati. Il quotidiano romano ha menzionato un ente umbro, e ora associazioni e genitori chiedono chiarezza.

«Ogni volta infatti che scoppia uno scandalo in cui è coinvolto un ente autorizzato, ne va della credibilità di tutti», prosegue il comunicato di Oltre l?adozione. «Credevamo che il mercato dei bambini fosse terminato con l?avvento degli enti, ma è stata, evidentemente, solo un?illusione. Evidentemente c?è ente ed ente. Forse ci si è preoccupati più di realizzare dei numeri, piuttosto che vegliare sulla correttezza delle procedure».

Il coordinamento chiede alla Cai di attuare verifiche assidue dal momento in cui la coppia affida il mandato a un ente, fino al completamento della procedura. E non esclude la possibilità di «coinvolgere una società esterna per certificare la trasparenza nelle procedure adottive degli enti autorizzati, a garanzia delle famiglie e dei bambini in attesa di diventare figli». Ma il malessere per una Commissione che fa attendere per troppo tempo le estensioni verso altri Paesi stranieri (come in Nepal, dove la situazione dei minori è drammatica), e non sembra riuscire a ?governare? il sistema con la dovuta tempestività e autorità, è molto forte.

A tutto questo si aggiunge la confusione delle famiglie in attesa. A loro, un appassionato monito arriva in questi giorni dall?associazione Genitori si diventa – Onlus, che ricorda: «Non si racconta mai il calvario dei bambini, di quelli che vengono rifiutati dopo essere stati visti, di quelli di cui si chiedono delle analisi prima di dire ?sì?, di quelli troppo grandi, di quelli? a cui si dice ?no?. Non si scrive a chiare lettere che ?adottare un figlio non è un diritto?, e che i bambini spesso vengono macinati soprattutto dalle volontà degli adulti che vogliono diventare genitori di un figlio? su misura». Si può sempre dire ?no? alla corruzione, dice l?associazione. Altrimenti, prepariamoci: ci saranno molte altre Ucraine.

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