Famiglia

La cultura non ha prezzo

Sono la colonna portante dell’Italia dei festival, degli eventi, delle Giornate di primavera del Fai. Studenti o laureati,si mettono al servizio delle loro passioni.

di Sara De Carli

In principio erano le braccia. Poi vennero le orecchie e gli occhi, e con essi il cuore e l?intelligenza. In alternativa, c?era sempre il portafoglio. Nella prima stagione del volontariato in pochi hanno pensato che si potessero mettere in campo anche erudizione e cultura, e che essere ferratissimi sulle esplorazioni di Guido Monzino piuttosto che sull?arte precolombiana o sulla teoria del caos, o aver letto tutto Roddy Doyle in lingua originale, potesse essere utile a qualcuno che non fossero i compagni di squadra del Trivial. Impegno individuale Negli ultimi anni invece il ?volontariato culturale? ha preso piede. Basta guardare dentro i 600 e rotti festival intellettuali che punteggiano l?Italia, a cominciare dal Festivaletteratura di Mantova e da quello della Scienza di Genova, che veleggiano entrambi oltre le 200mila presenze; e poi filosofia, musica, arte, da Ravello a Sarzana, passando per la Giornata di Primavera del Fai. Chi regge l?onda d?urto di questi turisti della cultura? Un esercito di volontari. In larga parte giovani – dalle superiori all?università, ma non mancano phd e ricercatori – che vanno su e giù per la penisola, accampandosi in palestre o in casa di amici per contribuire alla buona riuscita dell?evento prescelto. Si contano 7mila volontari complessivi al Fai, 650 a Mantova, 540 a Genova, 100 a Sarzana, e almeno mille candidature vengono respinte ogni anno. Puoi fargli fare qualunque cosa, loro ci stanno sempre: staccare i biglietti o accompagnare un relatore in aeroporto, lavorare al sito o indicare la toilette. I volontari fanno comodo alle organizzazioni e i festival fanno comodo ai volontari: impegno limitato nel tempo, molte gratificazioni – in primis l?essere protagonista di un evento di tendenza, dalla grande visibilità – e una contropartita (l?adesione valoriale) dal tasso basso. È una delle forme di quello che Ilvo Diamanti ha chiamato ?volontariato individuale?, un approccio che pur passando per grandi organizzazioni esige anche libertà e soggettività: un fenomeno che riguarda il 27% degli italiani. Questione di dna Che i volontari non siano solo una soluzione economica a problemi organizzativi, è ovvio. «I volontari fanno parte del dna di Festivaletteratura», spiega Alessandro Della Casa, da Mantova. «Se al posto dei volontari ci fossero delle hostess cambierebbe tutto, soprattutto nel clima: i volontari non sono un ostacolo fra pubblico e autori, anzi, li avvicinano». Idem per i volontari del Fai, in particolare per i delegati: «I volontari sono l?essenza del Fai, senza di loro non potremmo fare nulla», dice Domenico Marzotto, responsabile dell?Ufficio Delegazioni del Fai. Età media 45 anni, laureati, i delegati Fai hanno la responsabilità organizzativa di tutte le attività locali. «Credo che la tendenza si spieghi con l?aumento del livello di istruzione e quindi di sensibilità verso i beni artistici e culturali del Paese: i nostri volontari crescono del 5-10% all?anno». Tutt?altro profilo, sempre al Fai, è quello degli apprendisti ciceroni: 5mila, la primavera scorsa. Sono ragazzi delle scuole superiori che, seguiti dai loro insegnanti e da un delegato, fanno da guide durante la Giornata di primavera, come spiega Vittoria Dal Verme, responsabile dell?Ufficio Scuola. Se la cultura non basta Che le associazioni a questi volontari ci tengono è dimostrato dall?investimento in formazione. A Mantova hanno fatto uno stage per i volontari fotografi e uno per i volontari moderatori, mentre a Genova gli animatori scientifici – che già hanno un livello altissimo di specializzazione sui contenuti – fanno un corso intensivo di teatro, dizione, improvvisazione di un esperimento. Ma questo forse è un caso a parte: qui c?è una permeabilità enorme tra i volontari e gli organizzatori, tant?è che quattro ex animatori sono già passati nel team del Festival e molti di più sono diventati progettisti. Uno per tutti, Giovanni Filocamo, 27 anni, laureato in fisica, che ha pensato uno dei laboratori più gettonati: La fisica in ballo, un mix di tango e leggi gravitazionali. Manuela Arata, presidente del Festival, in questa cosa crede tantissimo: «Tutti dicono di voler puntare sulla ricerca, ma nessuno pensa a formare dei divulgatori scientifici, al massimo formano dei giornalisti. Il vero comunicatore scientifico non può essere che lo scienziato. Infatti i nostri animatori scientifici sono richiestissimi: questo per un giovane laureato può diventare un mestiere e per il Paese è un indubbio investimento sul futuro». Infatti loro i volontari li pagano: 8 euro all?ora. Signorie del terzo millennio Una conferma arriva anche da un sociologo, Domenico De Masi, che presiede il Ravello Festival e alla Sapienza insegna in un master ad hoc per l?organizzazione di festival. «Oggi gli eventi sono il contraltare dell?industria metalmeccanica. è un fenomeno importante, ma difficile da gestire: basta un acquazzone per rovinare tutto. I giovani intuiscono che esistono possibilità lavorative lì dentro, ma ancora ci sono pochissimi corsi che preparino in modo specifico a lavorare nel settore. E allora si prova con il volontariato, che infatti è un volontariato di mezzo, flessibile e transitorio». Un?ultima sorpresa, dentro questa tendenza. Che sia Nord o Sud, arte o scienza, la motivazione dei volontari colti è legata – oltre che al lustro della manifestazione – alla voglia di partecipare a un progetto molto radicato nel territorio. Che sia la riscossa delle signorie? Altri numeri Festivaletteratura. Nato nel 1997 a Mantova: 48mila biglietti, 200mila visite, 650 volontari, per l?80% studenti tra i 16 e i 26 anni. Il 25% viene da fuori provincia. Fai. Nato nel 1975: 800 delegati, 5mila apprendisti ciceroni, 7mila volontari complessivi impegnati nella Giornata di primavera. I delegati Fai sono cinquantenni, con laurea. Festival della mente, Nato a Sarzana nel 2004: 20mila presenze, 100 volontari, soprattutto studenti delle scuole superiori. Ravello Festival. 135 volontari.


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