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La parola/ Sei

Come l’ultima cifra del nuovo anno. Ma soprattutto come la seconda persona del verbo essere. L’altro, il diverso, l’uguale, che dà senso a ciascuno di noi

di Alter Ego

Anche quest?anno qualcosa è accaduto. Inondazioni, guerre, scoperte, speranze, delusioni. Un grande Papa se n?è andato, un nuovo Papa è arrivato nell?aspettativa di cose ancora più grandi, forse. La democrazia è traballata in molti paesi, è mancata in molti altri, si è affermata in altri ancora. Proprio in un mondo così frammentato, disperato e disparato c?è un punto che emerge. Il sei. Che non è solo l?ultimo numero del prossimo anno, 2006, ma anche la seconda persona del verbo essere, tu sei. Tu sei. Tu, ovvero io, o anche lui. Sei tutto quello che sei e tutto quello che non sei, in fondo. Tu, mio figlio, fratello, padre, madre, amico, amante. Tu, l?altro, il diverso, l?uguale, quello che mi dà senso e mi toglie di senso, che mi fa essere nel suo essere, che è e in quanto è, mi fa essere. Sei tu, nel 2006 – ma anche sempre e comunque – che mi fa essere. Sei tu, nell?infinito della tua vita mortale, dei tuoi gesti, del suono fioco o forte della tua voce, sei tu nell?istante irripetibile del tuo sguardo, uguale ma diverso, incomparabile dalla tua esistenza. Sei tu, che in qualunque momento, dovunque ti trovi, puoi farmi gioire della luce del sole, della compagnia degli altri, della sensazione del nostro respiro. Non c?è bisogno di andare chissà dove per gioire del cielo azzurro o della pioggia, del mare e del lavoro, della difficoltà e della solitudine. Sei tu, che nel 2006 non abiterai il gelo straziato degli ulivi ma mi farai un sorriso semplice, un sortilegio nudo. Una storia sul bordo della sera, racchiuso nel silenzio. Dove si tace, come la luna tace.

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