Welfare

Benvenuti a Padova, carcere fuorilegge

In questi giorni i detenuti stanno facendo lo sciopero della fame, non partecipano a nessuna attivit

di Ornella Favero

«In piena notte, alle tre di mattina, mi hanno portato qui. Mi hanno spogliato, perquisito, ho ricevuto un materasso, una forchetta e un cucchiaio. Era la fine del mondo. Le sbarre di ferro si chiudevano dietro di me. Non uscirò mai». Questo è l?impatto con il carcere raccontato da Branko, un detenuto croato, in un libretto, Cose dell?altro mondo, curato da don Marco Girardi, cappellano della Casa circondariale di Padova: il peggior carcere del Veneto, uno dei peggiori d?Italia.

In questi giorni i detenuti stanno facendo lo sciopero della fame, non partecipano a nessuna attività, si astengono dal lavoro a turno e continuano a sbattere le tazze sulle inferriate.

L?istituto può ospitare al massimo 120 detenuti, invece si è arrivati quasi a 300. Nelle celle individuali vivono in tre, e con il water attaccato alla tavola dove mangiano. Nelle celle da quattro sono fra gli otto e i dieci. L?edificio è fatiscente e diversi settori sono chiusi perché inagibili. L?80% dei reclusi è straniero, distribuiti in 30 etnie differenti, il 70% sono in galera per reati legati alla droga. Fra loro fino alla sera di sabato 10 dicembre c?era un ragazzo rumeno di 26 anni. Quella notte però ha deciso di farla finita con un paio di jeans legati intorno alla gola. Era dentro da appena 10 giorni.

I detenuti a Benedetto XVI
I detenuti di Regina Coeli e Rebibbia hanno rivolto un appello a Benedetto XVI affinché faccia sua la richiesta che sia concesso l?indulto fatta da Giovanni Paolo II al parlamento in occasione della visita a Montecitorio del 14 novembre 2002. Lo hanno fatto lo scorso 8 dicembre con un grande cuscino di garofani bianchi e gialli collocato ai piedi della statua dell?Immacolata in piazza di Spagna, con i fiori che componevano la parola ?Indulto?. Accanto, un nastro: «Un atto di clemenza negato». E un?invocazione: «Madre di Misericordia aiutaci».

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