Cultura

Ora basta astrazioni. Il vero dialogo è un incontro

«È quello che ho imparato traducendo don Giussani. Il Papa ha seguito quella strada»: intervista a Wa'il Farouq, docente di Scienze islamiche

di Paolo Manzo

Wa?il Farouq è professore di Scienze islamiche presso la facoltà Teologica copto-cattolica di Sakakini (Il Cairo) e professore di Lingua e grammatica araba, e in tale veste è stato supervisore e primo lettore della traduzione araba del libro cardine di don Luigi Giussani, Il senso religioso. Proprio parlando di ciò che aveva scoperto nella lettura di questo libro aveva detto: «Oggi il dialogo interreligioso volta le spalle alla realtà e all?uomo concreto. È un dialogo senza popolo e senza realtà. Il dialogo prima di essere teologico deve essere umano. Dalla comunione fasulla e virtuale nella fede bisogna passare ad una comunione reale e vissuta nella vita». Vita: Professore, non le pare che la visita di Benedetto XVI in Turchia si sia mossa proprio in questa logica di ?condivisione?? Wa? il Farouq: Questa visita è molto importante dopo il discorso del Santo Padre all?università tedesca di Ratisbona, e mi sembra che possa segnare l?inizio di un nuovo dialogo che si è spostato da un falso confronto religioso ad una vera condivisione di vita. Con questa visita credo che il Papa provi che lui vuole appoggiare questo tipo di dialogo. Il dialogo non è questione tra teologi ma tra uomini. Proprio in questi giorni abbiamo inaugurato il nostro Centro culturale per l?incontro e l?amicizia tra i popoli. Posso dirle che questo centro è nato dalla mia esperienza come traduttore e studioso delle opere di don Giussani e ha come obiettivo quello di facilitare l?incontro tra le persone. Il principale lavoro del nostro centro sarà quello di offrire ciò di cui la gente ha bisogno per costruire non un dialogo astratto, bensì un incontro. Vita: Pensa che la visita possa rappresentare il superamento della teoria dello scontro tra le civiltà? Farouq: Io non credo né ho mai creduto che esista né esisterà mai uno scontro di civiltà, c?è uno scontro tra politiche e poteri. E la vera prova a sostegno di quanto sostengo, ovvero la possibilità di un incontro tra civiltà, è stata proprio la visita del Papa in Turchia. Il nostro problema non è nel tanto temuto e pubblicizzato, a sproposito, scontro tra civiltà, il nostro problema è: l?ignoranza delle civiltà. È questa ignoranza il vero nemico di tutte le civiltà, non solo di una in particolare. Vita: Quali, quindi, potrebbero essere le basi per rafforzare le relazioni tra i cristiani e l?islam? Farouq: Reputo malposta questa domanda. Vita:Perché? Farouq: Vede, proprio Giussani diceva che non si può parlare di qualcosa che non può essere definito. E mi dica lei? Chi può oggi definire l?islam? L?islam è un qualcosa di molto ampio, mentre lei fa riferimento a una cosa assai limitata e definita. Fa riferimento ai musulmani, fa riferimento alla geografia, parla della storia? Vita: Allora parliamo di come migliorare il rapporto tra cristiani e musulmani… Farouq: Bene, vede il dialogo inizia dall?esperienza reale tra le persone. Perché tutti abbiamo questa necessità e questo sentimento. Si inizia dalle cose concrete e la base di questo dialogo deve essere la realtà, non la religione. Il linguaggio di questo dialogo deve essere l?esperienza elementare, don Giussani lo chiamava «senso religioso», ma anche nell?islam è nominata questa esperienza elementare con il nome «fitra». Il soggetto del dialogo sono gli uomini, il terreno è la realtà, il linguaggio è la ragione. Questo è il dialogo in cui credo e questo il dialogo è possibile solo quanto tu incontri una persona, un essere umano. E hai bisogno di lui in quanto essere umano e non in quanto cristiano o musulmano. Vita: Quale interpretazione è stata data dai mass-media in Egitto della visita? Farouq: Essendo una visita di pace, è andata nelle pagine interne… ma forse anche da voi non è molto diverso, no?


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