Cultura

Germania: una storia di perdono

Italiano perdona il naziskin che nel 1996 lo rese invalido. Il giovane è stato in carcere e ha capito il proprio errore

di Gabriella Meroni

Dieci anni fa, il 30 settembre 1996, un manovale siciliano, Orazio Giambianco, 65 anni, fu pestato con una mazza da baseball da un naziskin nella cittadina brandeburghese di Trebbin. Ne usci’ semiparalizzato e con gravi difficolta’ di parola, ma adesso ha deciso di perdonare l’aggressore, Jan Weicht, 32 anni, che dopo un lungo soggiorno in carcere ha ripudiatato l’estremismo di destra e ha chiesto perdono alla sua vittima. Ne ha dato notizia il quotidiano berlinese ‘Tagesspiegel’ che ha seguito e sostenuto in questi anni Giambianco. L’italiano, che adesso vive a Bielefeld, nel Nordreno-Westfalia, con la compagna Angelica Berdes, ha creduto nella sincerita’ del pentimento di Weicht espresso in una lettera di sedici pagine. “Mi rendo conto dell’enorme errore commesso”, scrive l’ex naziskin, “a causa del quale ho rovinato per sempre la sua vita, quella della sua famiglia, ma anche la mia. Durante il periodo trascorso in carcere ho aperto gli occhi e ho deciso di allontanarmi dall’estremismo di destra. So bene”, prosegue la lettera, “che non e’ possibile tornare indietro, per questo e’ molto importante per me il perdono suo e della sua famiglia per il male che ho fatto”. La lettera gliela letta un giornalista del ‘Tagesspiegel’. Giambianco ha riflettutto per una notte intera, poi ha preso la sua decisione. “Quel ragazzo si e’ reso conto di quello che ha fatto”, ha detto, “e’ giovane e ha bisogno di amici per non commettere altri errori. Adesso lo perdono. Che si cerchi dei buoni amici, perche’ di cattivi ne ha avuti abbastanza”. L’aggressione a Giambianco fu perpetrata da due naziskin che avevano deciso di dare la caccia a lavoratori italiani di un cantiere cittadino. Il fatto suscito’ profonda indignazione in Germania. Weicht fu condannato a 15 anni di carcere e nel 2002, in seguito al suo ravvedimento e alla successiva denuncia del complice, ottenne la liberta’ condizionata.


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