Cultura

Lo speciale Non Profit di Le Monde

Il prestigiosissimo quotidiano francese dedica un inserto ricco e completo di 12 pagini al terzo settore francese

di Joshua Massarenti

A sorpresa (ma non più di tanto per chi lo legge regolarmente), il quotidiano Le Monde ha pubblicato nella sua edizione del 7 dicembre un inserto interamente dedicato al Non Profit made in France. Dodici pagini ricchissime d’informazione e di spunti attraverso il quale si fa un’idea introduttiva davvero esauriente sulla realtà del terzo settore francese. Una realtà, secondo lo speciale Le Monde Associations, che ha ormai “un peso economico incontestabile” nel paese d’oltralpe. “Ma chi produce tale ricchezza?” si interroga il quotidiano. La risposta: “12 milioni di volontari, che affiancano 1,6 milioni di lavoratori, cioè il 5% della manodopera salariale francese”.

Si scopre inoltre che le associazioni in Francia superano il milione, che ogni anno nascono 70mila nuove realtà associative, che esse implicano 21 milioni di cittadini per un budget annuale complessivo di oltre 60 miliardi di euro. Ma come rivela una ricerca del CerPhi (pagina II), il Centro di studio e di ricerca sulla filantropia, i responsabili del terzo settore sostengono che il non profit è troppo sollecitato dalla società, mentre il suo ruolo non è sufficientemente riconosciuto dai poteri forti.

A completare una ricerca molto criticata per le sue presunte approssimazioni, Le Monde pubblica a pagina III uno studio del Cnr condotto su 10mila associazioni che chiama proprio in causa i poteri pubblici. Dai risultati ancora parziali che emergono dalla ricerca (la versione definitiva sarà pubblicata all’inizio del 2007), si scopre che la riduzione degli aiuti dello Stato (pari al 5% tra il 2000 e il 2005) è stata compensata con gli investimenti finanziari promossi dai Consigli generale (+25%) e dai Consigli regionali (+35%).

Ma tra le note negative messe a segno da Le Monde, primeggiano le frustrazioni che stanno minacciando il non profit francese. Alla vigilia della Giornata mondiale del volontariato, i responsabili associativi hanno denunciato un’insoddisfazione generale che sta serpeggiando tra i volontari di lungo corso, stanchi di lavorare in un ambiente in cui mancando i mezzi per “informare, formare e qualificare i volontari”.

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