Formazione

Niente tav nelle nostre grotte

II primo progetto del tratto friulano del Corridoio 5 è stato bocciato dal governo. Ora si attende quello nuovo, ma per gli ambientalisti è un'avventura pericolosa

di Christian Benna

L?Alta velocità zoppica anche in Friuli Venezia Giulia. Niente a che vedere con le accese proteste e i blocchi della Val di Susa. Almeno per il momento e in assenza di gru e cantieri. Perché della tratta della Tav Venezia-Trieste si conosce solo la data del termine dei lavori. Per l?esattezza il 2015. Manca però il via libera (forse arriverà sul finire del prossimo anno) per preparare i binari del super treno che collegherà il Nord-Est a Lubiana, Budapest fino a Kiev. Il progetto avanzato dalla giunta regionale e da Rfi ha avuto lo stop dei ministeri dei Beni culturali e dell?Ambiente. Ora si riparte da zero, con un nuovo piano che sarà passato al vaglio dei dicasteri nel febbraio 2006. «Troppi i rischi», commenta Corrado Altran di Legambiente del Friuli. «Basti pensare che la linea che dovrebbe unire l?aeroporto Ronchi dei Legionari a Trieste, su 32 chilometri ne prevede 28 di gallerie in pieno territorio carsico». Un?ipotesi avventurosa, secondo gli ambientalisti, capace di polverizzare un migliaio di grotte. «Il Carso è come una spugna», continua Altran. «Quando i fiumi sono in piena, l?acqua penetra nelle rocce. Negli anni 70 le ditte che avevano provato a scavare un lungo tunnel si sono ritirate a gambe levate, convinte a lasciare a suon di frane». L?alternativa proposta da Legambiente e da Wwf è sì trasferire il traffico su rotaia, ma intervenendo sulle strutture preesistenti, come per lo scalo di Cervignano, attualmente impegnato non oltre il 10% della proprie capacità, e sui binari della Pontebbana, un percorso nuovo di zecca verso l?Austria pressoché inutilizzato (meno del 20%). Insomma, preoccupazioni e soluzioni non dissimili rispetto a quelle delle comunità montane valsusine. Questioni ecologiche, ma non solo. Come alle pendici delle Alpi, da alcuni anni nell?Isontino si sono formate associazioni di cittadini fortemente contrarie all?opera. Il Comitato contro il Corridoio 5, per esempio. «La Tav spazza via i piccoli centri», dice Georgina Ortiz, portavoce del comitato, «senza apportare benefici per i pendolari che ogni giorno si confrontano con ferrovie scadenti, spesso a binario unico». Sullo sfondo resta l?incognita Slovenia, tutt?altro che smaniosa di vedere sfrecciare i treni sul suo territorio lasciando di fatto isolato il porto di Capodistria. Anzi. Il pressing per convincere gli sloveni è arrivato al punto che sono stati Ue e Regione Friuli Venezia Giulia a finanziare uno studio di pre fattibilità sulla Tav oltre Gorizia. «A Lubiana», afferma Igor Canciani, consigliere regionale di Rifondazione comunista e appartenente alla comunità slovena, «ragionano in modo più pragmatico. Il loro obiettivo è potenziare le infrastrutture esistenti, mentre da noi resiste il dogma della Tav». Stessa musica a sentire la sede del Wwf del Friuli Venezia Giulia. «Lo Stato italiano», afferma Dario Predonzan, «si è incaponito sull?alta velocità-alta capacità senza valutare i rapporti costi-benefici. L?assenza dei privati e i ritardi nella costruzione sono prove lampanti di questa situazioni. Solo per la tratta Ronchi-Trieste non si muove una foglia. Il collegamento con Venezia è futuristico, non c?è nulla di concreto. Il tutto mentre la Slovenia non ha avuto timore di dire no al commissario europeo dei Trasporti, Loyola de Palacio e sta creando veramente il Corridoio 5 irrobustendo le proprie infrastrutture». Gianfranco Pizzolito, sindaco di Monfalcone, comune dell?Isontino, riconosce il merito della giunta regionale guidata dal governatore Riccardo Illy di «aver coinvolto nelle fasi decisionali gli enti locali», con cui è stato raggiunto un preventivo d?intesa. «Tuttavia», precisa, «oggi si affronta la Tav in maniera del tutto virtuale. Si parla di Lisbona-Kiev, di unione tra gli estremi d?Europa, quando si è incapaci di proporre una vera visione d?assieme. Si procede a scatti, per segmenti, incontrando poi opposizioni insormontabili. Non so se ci saranno le barricate anche in Friuli, ma è certo che di fronte a progetti invasivi, che minano la bellezza paesaggistica e mettono in pericolo la natura, i sindaci saranno in prima fila a ribadire il dissenso». All’altro capo E il Portogallo sborsa… Il Portogallo, punto di partenza a ovest dell?ormai famoso Corridoio 5 che attraversa l?Europa da Lisbona a Kiev, spenderà 3 miliardi di euro per costruire entro il 2013 la linea ferroviaria ad alta velocità tra Lisbona e Madrid. Lo ha annuncia il ministro dei Lavori pubblici, Mario Lino. Altri 4,7 miliardi sono destinati alla Tav Lisbona-Oporto, la seconda più grande città del Nord. L?avvio dei lavori è previsto nel 2008. Il governo coprirà il 40% dei costi, il 22% l?Ue e il resto i privati. Le stime ufficiali indicano il traffico aereo Lisbona-Madrid in calo del 30% e del 40% quello tra la capitale portoghese e Oporto.


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