Mondo
Bielorussia, aperto uno spiraglio
Firmato il protocollo bilaterale per risolvere le procedure sospese. La Burani Procaccini: «Una vittoria della diplomazia parlamentare»
Come uno spiraglio nel buio, è arrivata il 12 dicembre la tanto sospirata firma del protocollo bilaterale tra la Cai e il governo bielorusso, che permetterà di sbloccare i casi pendenti.
Nel documento si assicura che entro il primo marzo 2006 sarà conclusa la valutazione delle 154 pratiche rimaste sospese da ottobre 2004. Si è poi trovato un accordo sulle circa 500 domande di adozione portate avanti da famiglie italiane nel corso del 2005. Si trova in questo gruppo anche Francesca Perinelli, una mamma che fa parte del Coordinamento famiglie adottanti in Bielorussia, in prima linea nella battaglia per giungere all?accordo diplomatico e alla risoluzione della vicenda. Anche se la strada è ancora lunga, quando la raggiungiamo al telefono è in festa: ha ricevuto la splendida notizia della firma del protocollo e, soprattutto, è in attesa dell?arrivo delle sue bambine per un mese di soggiorno terapeutico. «Nessuno di noi ha mai cercato bambini biondi, belli e piccolissimi, come scrivono a volte i giornali», commenta. «Infatti abbiamo accolto questi bambini che sono grandi, con problemi e senza famiglia. Teniamo nel giusto conto l?amicizia e la generosità del popolo bielorusso, e questi bambini cresceranno nel rispetto delle loro origini».
Il via libera di Minsk rappresenta una «grande vittoria della diplomazia parlamentare», sottolinea la presidente della Bicamerale per l?infanzia, Maria Burani Procaccini, che ha condotto la missione che ha riaperto le adozioni. Certo, l?attuale legge bielorussa rende comunque molto difficili le adozioni internazionali, ma questo protocollo è considerato un primo passo. Ora la Bicamerale vorrebbe poter condurre una missione analoga nella Federazione Russa, per migliorare l?operatività delle procedure. «Sbloccare i rapporti con la Russia», commenta, «significherebbe sbloccare tutto l?Est».
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