Politica

La parola/ Stretto

È l’aggettivo più adatto alla politica italiana di oggi. Che tra l’altro a Messina ha vissuto il suo ultimo parossistico testa coda: un sindaco senza maggioranza

di Alter Ego

A volte lo Stretto non è così stretto. Soprattutto se lo Stretto è quello di Messina, ma non solo quello. La verità è che siamo in passaggio stretto, da tempo. Soltanto una settimana fa, la cittadina sullo Stretto aveva dato la maggioranza alla Casa delle libertà in consiglio comunale, mentre sette giorni dopo la cittadinanza dava la maggioranza al candidato dell?Unione. Un passaggio stretto sullo Stretto? Certo, ma come sempre, giocato sull?equivoco e sul calembour, sulla destrezza dialettica. è sullo Stretto, di fatto, che si è giocato tutto il pensiero del Novecento, su uno scarto infinitesimale ma assoluto. Come la differenza tra il lavoro rende liberi e la soluzione finale, tra la rivoluzione del proletariato di Marx e il totalitarismo di Stalin, tra la democrazia blindata di De Gasperi e il totalitarismo debole di Tambroni. Passaggio stretto, quello del Polo delle libertà, che in uno stretto giro di posta perde prima l?amata Bolzano, appena conquistata a maggio, e poi ?l?imprendibile? roccaforte di Messina, che al più stretto dei passaggi elettorali, il ballottaggio, ha trombato il bello, aitante e imbattibile candidato della Casa delle libertà, Luigi Ragno, per scegliere il suo bruttino e calvo avversario, Fracantonio ?Magoo? Genovese. La verità è che si tratta ancora di passaggi stretti, come quelli denunciati dal vescovo di Messina, Giovanni Marra. «I partiti danno spazio e portano su uomini piccoli. E quelli più validi restano fuori». è qui, nello Stretto di questo spazio stretto che si gioca il futuro. Non solo dello Stretto.


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