Volontariato

La vita è tutto un “ex”

Intelligente e intrigante l’ultimo film di Jim Jarmush

di Maurizio Regosa

L a regia di Jim Jarmush è sempre essenziale e a suo modo spietata. Essenziale perché tende ad accompagnare la narrazione non aggiungendo e semmai levando dettagli non rilevanti. Spietata perché così fa emergere le contraddizioni vere, costruzioni di sfumature e di minuzie che rendono difficile e incoerente l?esistente. Che poi la vita una sua coerenza ce l?abbia, è affare che Jarmush – intelligentemente – indaga in maniera trasversale e indiretta, specializzandosi, con humour persino feroce, a osservarne la paradossale fenomenologia, magari adottando punti di vista insoliti su racconti non banali. È appunto il caso dell?intrigante Broken flowers (Premio della giuria di Cannes 2005) il cui protagonista – l?ottimo Bill Murray – è un improbabile e sedentario Don Giovanni sempre in tuta ginnica, nel cui tran tran irrompe una lettera anonima che rivela l?esistenza di un figlio ormai ventenne. Sarebbe una cosa emozionante, non fosse che ormai la sensibilità non c?è più. Al suo posto è subentrata una maschera impassibile e spenta, con la quale Don si mette sulle tracce delle sue donne di un tempo. La pellicola si trasforma così in un on the road investigativo e procede grazie agli incontri surreali con le ex (una fa la ?comunicatrice animale?, un?altra l?immobiliarista, una terza gestisce professionalmente gli armadi altrui), senza naturalmente arrivare ad alcuna scoperta. Giacché non c?è molto da scoprire. Che il tempo sia passato è un?ovvietà impietosa. Che il figlio non sia il vero oggetto della ricerca altrettanto. L?indagine condotta con ironia dal regista è semmai sull?assenza di volontà, sulla difficoltà di ?tenere? un desiderio e di accompagnarlo, in sintesi sulla scomparsa di quello che un tempo avevamo la bella abitudine di chiamare ?progetto di vita?. Il racconto finisce così, senza parere, con l?assumere una valenza quasi da ?parabola?, con tanto di finale un po? enigmatico. Una parabola sui generis, dal tono sempre sommesso, intenzionalmente confuso con altri livelli narrativi, tra cui i numerosi rimandi al cinema (vediamo qualche immagine di La vita privata di Don Giovanni di Alexander Korda, filmone del 1934 e ultimo ruolo di Douglas Fairbanks; percepiamo più di un rinvio sornione a Lolita di Stanley Kubrick). Rimandi che però non sono gratuiti. Contribuiscono a moltiplicare l?intreccio di prospettive e del ricordo. A rendere complessi e meno facilmente codificabili i non eventi che compongono il presente di Don e che forse hanno dominato il suo passato. Luce in sala L?enfant di Jean-Pierre e Luc Dardenne, Fra/BelUna coppia di giovani disperati che compiono atti estremi con leggerezza, come vendere un figlio per soldi. I fratelli Dardenne conquistano (di nuovo) Cannes **** Ogni cosa è illuminata di L. Schreiber, Usa, con E. Wood Tratto dal romanzo di Safran Foer, il film guarda al passato e a problemi attuali, come il confronto tra le culture *** Chicken Little-Amici per le penne di Mark Dindal, animazione Occhiali da nerd e piglio da salvatore del mondo: il polletto della Disney è l?anti-eroe digitale che non si arrende mai * Zucker! di Dani Levy, Germania, con H. Hübchen Due fratelli ebrei di Berlino, prima divisi dal muro, si reincontrano scoprendo smaccate differenze. Irriverente ma equilibrato, è campione d?incassi in Germania **


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