Apre oggi al pubblico Magazzino, uno spazio industriale di quasi 2000 metri quadri ristrutturato di recente dall’architetto spagnolo Miguel Quismondo. A dirigere il tutto c’è Vittorio Calabrese che gestisce lo spazio espositivo, e una biblioteca di cinquemila titoli dedicati all'arte italiana
Nel corso di trent'anni i collezionisti Nancy Olnick e Giorgio Spanu, a Cold Spring, cittadina di Upstate lungo l’Hudson River, a un’ora da New York, hanno accumulato una collezione di 400 pezzi di arte italiana del dopoguerra – rinomata la loro raccolta di vasi di Murano – con un’attenzione unica sull’Arte Povera, e in particolare alle molte opere della torinese Margherita Stein, scomparsa nel 2003 che aprì una galleria a Torino nel 1966 diventando una delle figure chiavi del movimento (tra i suoi artisti: Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio as well as Marco Bagnoli, Domenico Bianchi and Remo Salvadori).
Ora Spanu, sardo, e Olnick, di Manhattan hanno deciso di mostrare la propria collezione a un pubblico ampio: famiglia, amici, e chiunque sia interessato a conoscere l’arte italiana.
Nancy Olnick e Giorgio Spanu
Il bianco della costruzione in contrasto col cielo azzurro, nel giorno della presentazione alla stampa è spettacolare. Questo non è un museo, né una galleria né una fondazione. Ci si arriva facilmente prendendo il treno per Poughkeepsie da Gran Central e dopo un percorso in mezzo al verde si è accolti proprio in stazione dal personale di Magazzino che ti porta di fronte all’entrata del museo. Il servizio è comodissimo e generoso, in coincidenza con gli arrivi dei treni della linea Metro-North. L’entrata è gratuita, nello spirito di mecenatismo dei due ideatori.
Lo scopo di presentare e approfondire la conoscenza dell'arte italiana dagli anni Sessanta a oggi è centrato in pieno. La costruzione è essa stessa immersa nel verde, e non è un verde qualsiasi: Giorgio Spanu ha voluto ricreare un orto e frutteto mediterraneo scegliendo attentamente le piante da far crescere: “Spero di potervi offrire i frutti del mio giardino nei prossimi mesi”, ha detto agli astanti attoniti di fronte a tanta bellezza.
La coppia si è fermata di fronte all’opera di Giulio Paolini e si sono per un attimo guardati. Io ho scattato una foto. “È l’opera che rappresenta il nostro amore” ha detto Spanu, mentre Olnick mostrava la sua collana, opera anche quella dello stesso artista.
L’Arte Povera sulle rive dell'Hudson
Testi a cura di Francesca Magnani
Foto a cura di Francesca Magnani
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