Progetti

In Valtellina c’è il ragazzo alla pari di comunità

di Antonietta Nembri

Si chiama Sbrighes! ed è l'iniziativa che coinvolge una dozzina di piccoli comuni del territorio di Tirano. Finanziato grazie al progetto Welfare di Comunità sostenuto da Fondazione Cariplo ha l'obiettivo di fortificare i legami del territorio e contrastare il declino dell'area montana. Così a Grosotto quattro mamme hanno dato il via a "Tra tradizione e apertura..."

Fortificare i legami del territorio e contrastare il declino di un’area montana, bellissima ma a rischio spopolamento e invecchiamento. Questi gli obiettivi di Sbrighes!, il progetto di Welfare di Comunità sostenuto da Fondazione Cariplo che, nel territorio di Tirano e coinvolgendo una dozzina di piccoli comuni (il più popolato, Grosio, non arriva a 4.500 abitanti), ha dato vita a una serie di micro-progetti che stanno riattivando le comunità locali. «Con l’azione “Tutti in pista” si è pensato ai giovani del posto, ma anche alla conciliazione del tempo di cura e lavoro delle mamme», racconta Cecilia Osnetti, local coach di Grosotto, piccolo comune montano di 1.600 abitanti. «Le famiglie possono decidere di aderire al progetto, fare proposte e quando queste rispondono ai bisogni non solo delle famiglie proponenti, ma di una platea più ampia, allora si concretizza l'azione».

E dal bisogno di quattro mamme a luglio ha preso il via il progetto “Tra tradizione e apertura… un ragazzo alla pari per la comunità” rivolto ai preadolescenti tra gli 11 e i 14 anni. «Nessuna di noi poteva ospitare singolarmente un ragazzo o una ragazza alla pari per permettere ai propri figli di esercitarsi con l’inglese, ma anche conoscere una persona di un’altra lingua e cultura, per questo abbiamo pensato di metterci insieme e grazie al finanziamento del progetto Welfare di Comunità abbiamo potuto farlo affittando un appartamento sfitto in paese», racconta Tiziana Da Prada una delle mamme e referente del progetto. Ed è grazie a questa iniziativa che a Grosotto fino a fine luglio è presente James, il ragazzo alla pari, ventitreenne di Newcastle. «Per noi era indifferente che fosse un ragazzo o una ragazza, ma dal momento che doveva occuparsi di un piccolo gruppo di adolescenti, il profilo di James era perfetto: laureato in storia con la prospettiva di fare l’insegnante era la persona giusta. E lui ha accettato la nostra proposta», continua Tiziana.

Le mamme si sono occupate di tutta la logistica: dalla scelta del giovane, all’appartamento, dai turni per offrirgli a turno i pasti a casa e una programmazione di attività (dai tornei, alle gite in bicicletta, al cucinare insieme) per fornire un’esperienza accattivante che coinvolgesse anche la comunità dall’oratorio alla pro loco. James da parte sua si occupa del gruppo degli adolescenti dalle 10 alle 15, dal lunedì al venerdì per conversazioni in lingua, compiti e tempo libero, tutto rigorosamente in inglese. L’iniziativa non si è fermata ai figli delle quattro mamme ideatrici del progetto, ma i ragazzi iscritti sono quasi una ventina. «Quanto sta avvenendo a Grosotto è paradigmatico di come funziona il nostro progetto», spiega la local coach. «Tutti i microprogetti nascono dai bisogni di almeno quattro famiglie, ma si devono allargare a tutto il paese. E infatti l’oratorio ospita il torneo di baseball e grazie al passaparola i ragazzi seguiti sono passati subito da sei a dodici».


La festa di benvenuto per James, il ragazzo alla pari di comunità

James, il giovane inglese non parla italiano, sta imparando in queste settimane. «Da notare anche le ricadute sul territorio» osserva Tiziana Da Prada: «Abbiamo affittato un appartamento sfitto del paese, ingaggiato una signora che va a fare le pulizie in casa e quindi abbiamo creato del lavoro ed è bello vedere come non solo tra i ragazzi la presenza di James stia attivando tanto iniziative, anche gli anziani del paese lo salutano, la festa di benvenuto è stata realizzata con la casa di riposo. James è molto contento si è stupito del fatto che tutti lo salutassero. È un po’ come se lo avessimo adottato tutti insieme» osserva. L’esperienza è così positiva che per la local coach Cecilia Osnetti «nulla vieta che l’anno prossimo venga ripetuto».

Ed è un po’ la filosofia che guida i progetti di Welfare di Comunità di Fondazione Cariplo, attivare le comunità attraverso progetti scalabili e ripetibili e in Valtellina, territorio montano lombardo, Sbrighes! è una delle tre iniziative sostenute nelle tre edizioni del bando. C’è “Segni Positivi” nel territorio di Sondrio che ha al suo attivo anche l’apertura dell’Emporio solidale che accanto al supermarket in cui i beneficiari possono fare la spesa gratuitamente ha aperto lo “Scaffale relazionale” in cui vengono offerti servizi che incrociano i bisogni delle famiglie con figli minori: dal baby sitting al doposcuola, dai corsi sportivi agli occhiali. C’è ovviamente Sbrighes! che accanto alle azioni per le famiglie ne ha altre dedicate al lavoro per i giovani.
L’ultimo progetto, appena finanziato, è nel territorio di Morbegno #comunitàchediventafamiglia che vedrà la realizzazione di punti Ri-Trovo famiglie che sostenere i nuclei in situazione di fragilità.


Il microprogetto non ha coinvolto solo i figli delle famiglie promotrici, ma un po' tutti i preadolescenti del paese

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