Gli stranieri residenti a Roma sono più di 500.000 e rappresentano il 12,5% della popolazione. Nella capitale sono presenti 187 differenti comunità straniere, praticamente la totalità delle nazionalità del mondo. Tra queste naturalmente sono presenti anche le 32 nazioni che hanno partecipando al mondiale di Russia.
Con il porgetto fotografico Roma Caput Mundial Matteo de Mayda immortala i tifosi stranieri nei luoghi di ritrovo per guardare la loro nazionale, raccontando una Roma lontana dagli stereotipi – positivi e negativi – a cui siamo abituati.
«In questi questi tempi di estrema pressione sugli stranieri che vivono in Italia ero interessato a raccontare l’integrazione da un altro punto di vista», dice Matteo de Mayda, autore del progetto. E continua «mi piace seguire le partite, ma quello che più mi interessa è quando il calcio diventa un pretesto per raccontare un qualche aspetto della società».
Una proposta che ripercorre il format del progetto “La prima volta” realizzato insieme allo scrittore Cosimo BIzzarri, dove hanno documentato la cultura del calcio islandese.
Il progetto mantiene un punto di vista eterogeneo, coinvolgendo sia tifosi che guardano la partita in casa, sia istituzioni e gruppi più organizzati.
«Una cosa che mi ha stupito molto è che nelle grosse comunità straniere come il Baobab Experience (centro che ospita 350 rifugiati) o lo Spin Time Labs (palazzo occupato che ospita più di 150 famiglie senzatetto) è che gli africani guardano e tifano le squadre africane, indipendentemente dalla loro origine. Allo stesso modo i sud americani con le nazionali latino americane».
«Sono sempre stato abituato a vedere noi italiani tifare contro le altre europee», conclude, «E anche quest'anno che non ci siamo qualificati ha vinto la speranza che Germania, Spagna e Francia venissero eliminate».
Roma Caput Mundial
Foto a cura di Matteo de Mayda
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