Quello con le borchie o con le frange? Mi chiede Benedetta. Che numero? Vado a prenderli, torno subito. Benedetta porta con sé in magazzino il mocassino che ho scelto e che vorrei provare. Torna, avvicina agli occhiali il cartellino colorato con il numero stampato in grande sopra, controlla che sia il numero che le ho chiesto e poi lo stacca con delicatezza. Come vanno? Mi chiede. Vanno bene o vuole provare qualcos’altro? Benedetta è sciolta e a suo agio, quindi why not? Provo tre paia di scarpe e alla fine ne compro due. Gliele porto in cassa, grazie, arrivederci.
Oggi è il primo giorno di lavoro di Benedetta. Farà la commessa nel primo negozio for&from d’Italia, inaugurato oggi a Como, a due passi dal lago e dal Duomo. Insieme a lei, a vendere scarpe e borse di tutti i marchi del gruppo Inditex, ci sono altri nove ragazzi con disabilità. In cassa c’è un ragazzo: tre passi indietro una donna segue tutti i suoi gesti e annuisce in silenzio, con lo sguardo soddisfatto. Placca antitaccheggio, sacchetto, bancomat… fila tutto liscio, missione compiuta.
“for&from” è il programma per l’innovazione sociale di Inditex, gruppo spagnolo che controlla, tra gli altri, marchi come Zara e Massimo Dutto. Nato in Spagna nel 2002, il progetto promuove l’inclusione delle persone con disabilità nel mondo del lavoro: i negozi for&from vendono prodotti delle stagioni precedenti dei marchi del gruppo e sono gestiti da enti senza scopo di lucro, dando lavoro a persone con disabilità. I negozi for&from sono 15 e ci lavorano 209 persone con disabilità, con un volume di affari che nel 2018 è stato vicino ai 12 milioni di euro e un utile di 1,5 milioni di euro, reinvestiti integralmente in progetti sociali sviluppati dagli enti coinvolti.
Lo store aperto oggi a Como, il quindicesimo, è il primo for&from al mondo fuori dalla Spagna: per fare questo importante passo, Inditex ha scelto Cometa, una realtà nata da due famiglie che hanno aperto la porta di casa all’accoglienza di bambini che avevano bisogno di una mamma e un papà, diventata negli anni un modello a livello nazionale nell’accoglienza, nella formazione di ragazzi a rischio drop out e nella valorizzazione dell'impatto educativo della bellezza. Cometa così si aggiunge agli altri partner di for&from: COGAMI (Confederación Galega de Persoas con Discapacidade), Fundació El Molí d’En Puigvert, Moltacte, APSA (Asociación Pro Discapacitados Psíquicos de Alicante) e Fundación Prodis.
A Como lavoreranno 12 persone: due responsabili e dieci persone con disabilità intellettive, sensoriali o fisiche, fra i 20 e i 30 anni (con l’eccezione di una donna di 42). Per la gran parte di loro è il primo lavoro: «Quando abbiamo telefonato per comunicare l’assunzione, due genitori sono scoppiati a piangere», racconta Alessandro Figini, che per Cometa ha seguito la selezione dei dipendenti. «Si cambia davvero la vita di una persona e anche della sua famiglia».
A Como lavoreranno 12 persone: due responsabili e dieci persone con disabilità intellettive, sensoriali o fisiche, fra i 20 e i 30 anni. Per la gran parte di loro è il primo lavoro: «Quando abbiamo telefonato per comunicare l’assunzione, due genitori sono scoppiati a piangere», racconta Alessandro Figini. «Si cambia davvero la vita di una persona e della sua famiglia».
«È un onore e un vanto essere il primo Paese fuori dalla Spagna ad avere un negozio for&from, che è sicuramente il programma che più ci contraddistingue», ha affermato Lorenzo Marcheselli, managing director di Inditex Italia, senza nascondere che la scelta per l’Italia coincide con la stima per Cometa: «Per noi il partner è fondamentale, in un certo senso gli regaliamo il marchio, è nel nostro interesse che lo gestisca al meglio. Mi state chiedendo se e quando apriremo altri negozi for&from in altre città d’Italia, ma non sappiamo, non c’è nessun programma, lavoriamo bene su questo che apre oggi».
È stato Erasmo Figini, stilista e fondatore di Cometa, a ricordare il momento in cui ha iniziato a sognare questo sogno, in occasione di una visita a Cometa di Pablo Isla, presidente di Inditex e da due anni – secondo la Harvard University – miglior CEO del mondo: «Fu due anni e mezzo fa, una visita breve ma intensa, pranzammo insieme ad Anagramma – il bar che Cometa gestisce a Cernobbio, affacciato sul lago, dando lavoro a persone con sindrome di Down, ndr – e lì mi parò di for&from, che non conoscevo. Mi ha invitato in Spagna, ho visitato tre o quattro negozi, per molti mesi il progetto è rimasto un sogno nel cassetto… poi siamo partiti». Isla ha mandato un video-messaggio semplice e carismatico: «Sono sicuro che sarà un successo», ha detto.
Gli obiettivi? Creare posti di lavoro per persone con disabilità, permettendo loro di costruire competenze che possono essere spese sia dentro sia fuori il Gruppo. Ma anche sensibilizzare all’inclusività, cominciando dai nostri dipendenti, che hanno già partecipato con 20mila ore di volontariato al programma
Lorenzo Marcheselli, managing director di Inditex Italia
Il modello prevede una donazione iniziale di Inditex per l’allestimento del negozio e un accompagnamento nella quotidianità: la scelta dei prodotti da proporre al pubblico, il visual, l’esposizione… Fatto lo startup, il negozio diventa auto-sostenibile, dando entrate stabili alle organizzazioni sociali attraverso la vendita dei prodotti. «L’impatto economico dei negozi for&from è in linea che gli altri negozi del Gruppo, con una crescita del 27% delle vendite nel 2018 rispetto all’anno precedente e del 33% degli utili», ha detto Marcheselli. Gli obiettivi? «Creare posti di lavoro per persone con disabilità, permettendo loro di costruire competenze che possono essere spese sia dentro sia fuori il Gruppo. Fornire risorse stabili alle organizzazioni partner. Ma anche sensibilizzare la società all’inclusività, cominciando dai nostri dipendenti, che hanno già partecipato con 20mila ore di volontariato al programma for&from».
Il negozio di Como, 270 mq su tre piani, completamente ristrutturato, ha un design che rievoca l’estetica degli anni ‘20. «Lo spazio è completamente accessibile, con numerose soluzioni tecniche per adattare lo spazio a essere facilmente fruibile alle varie disabilità, sia lato cliente sia lato lavoratore», ha spiegato Claudia, store manager del punto vendita: per un anno si traferirà a Como, mettendo l’esperienza maturata in Inditex al servizio dell’avvio del nuovo negozio. Claudia illumina tanti piccoli dettagli di cui un cliente distratto potrebbe non accorgersi mai, ma che invece fanno la differenza: le scarpe suddivise per numero sui dispositori, le etichette con il numero scritte in braille, di forme e colori diversi per ciascun numero (il mio, il 37, per esempio era un cerchio giallo), tavoli e ripiani stondati – non c’è un spigolo in tutto il negozio – e percorsi larghi, fruibili anche in carrozzina, più un piano d’appoggio ribassato alla cassa, per avere le mani libere. Tutto è pensato per facilitare il lavoro.
Claudia, inseme a Luis che lavora in Tempe, ha seguito da inizio settembre ad oggi la formazione dei dieci ragazzi: allestimento del negozio, esposizione dei prodotti, gestione del magazzino, cassa, relazione con il cliente… I ragazzi hanno un contratto a tempo determinato, part-time (dalle 18 alle 30 ore settimanali): l’ente gestore è la Contrada degli Artigiani, la cooperativa sociale di tipo B di Cometa. «Li abbiamo selezionati insieme alle risorse umane di Inditex, un po’ fra nostri ex alunni, un po’ con il passaparola. Abbiamo tenuto conto della necessità di comporre una squadra bilanciata su ogni turno, dello spirito di squadra, della curiosità…», racconta Alessandro. «L’altra sera abbiamo cenato insieme e un ragazzo ha detto “io nel cv avevo scritto che voglio lavorare da solo, ma dopo questa esperienza quella frase la cancello e scrivo che voglio lavorare in team”». Lo spirito c'è. Adesso, buon lavoro!
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.