Una Biblioteca diventa "popolare" nel momento in cui tante persone la sentono come propria. Non un aforisma o una di quelle frasi che accompagnano il cioccolatino preferito, ma la sintesi del sogno in parte realizzato, ma che sta crescendo esponenzialmente, da Pietro Piro, sociologo di Termini Imerese, in provincia di Palermo, la cui “missione” è portare la cultura laddove non entrerebbe mai. Come, per esempio, i reparti Covid e di Pediatria dell'Ospedale “Cimino” di Termini Imerese, ai quali ha donato due biblioteche (nel secondo caso anche una ludoteca), così come in diversi altri punti della sua città. Luoghi in cui un libro può fare veramente la differenza.
In tutto oltre 8mila i libri che si trovano nella sede centrale della Biblioteca “Veni Creator Spiritus”, al civico 75 di via dei Bagni, ma almeno 20mila quelli che hanno trasformato Termini Imerese in una piccola cittadella della cultura alla cui realizzazione hanno nel tempo contribuitogli stessi cittadini.
Un bene comune che fa bene è il principio che anima la vita di Pietro Piro, la cui soddisfazione più grande è vedere che i termitani rispondono a questa sua chiamata al fascino della parola.
«Certo, all’inizio erano diffidenti – racconto lo steso Piro – ma poi hanno capito e oggi i libri arrivano da ogni parte dell’Italia. Ormai sono tanti i punti di lettura dove ragazzi e adulti possono fermarsi a leggere un libro, ma anche prenderlo in prestito per poterlo leggere tranquillamente a casa. Quello che, però, mi piacerebbe è che la strada in cui ha sede la nostra Biblioteca, conosciuta dai cittadini come "A Strata virdura", diventi una grande strada a cielo aperto nella quale la cultura e i libri la facciano da padrona».
Un obiettivo al quale Pietro Piro si prepara caparbiamente da tempo, sottolineando che una biblioteca diventa popolare nel momento in cui le persone la sentono propria.
«Sempre più tutto questo diventa realtà e lo dimostra il fatto che qui tutto è donato, i libri in prima battuta, ma anche gli arredi. Il principio del riuso anima tutti gli spazi, proprio per essere visti come luoghi che la gente deve sentire propri. Una biblioteca, lo dico sempre, non è un deposito di libri, ma un luogo nel quale la cultura è viva».
Significativo il fatto che i punti di lettura che sono nati nel tempo sorgono in luoghi che non si penserebbero mai adatti allo scopo, come un laboratorio fotografico o addirittura una parruccheria per uomo, in una piazzetta come anche nel giardino bistrot “Al Fresco” di Cotto in Fragranza, progetto quest’ultimo che nasce all’interno del carcere minorile Malaspina di Palermo. Tutto questo dà il senso di quanto la gente voglia leggere. Senza differenze di ceto, età, sesso o religione.
Non a caso, quindi, i libri di Pietro Piro sembra proprio che prendano corpo e si animino, dando vita a contaminazioni e sinergie tra chi li dona e chi li “adotta”. Ogni occasione è, infatti, quella giusta incontrarsi e confrontarsi, creando momenti di dibattito attraverso iniziative anche pubbliche. L’unico modo per fare vivere e rivivere un testo. Solo così il libro può iniziare a vivere.
Il plesso “Pirandello” della scuola primaria I circolo è, inoltre, uno degli ultimi luoghi in ordine di tempo in cui i libri di Piro giungono attraverso la biblioteca che lui ha donato agli alunni per dare loro modo di leggere di tutto e di più.
Visto, poi, che i sogni non devono finire mai, anzi ogni sogno si spera ne generi un altro e un altro ancora, quello di questo sociologo che non ama essere definito mecenate, è di potere avere messo a disposizione dal Comune o da privati desiderosi di lasciare alla propria comunità qualcosa di tangibilmente bello e utile uno spazio che possa contenere gli oltre 20mila testi e gli altri ancora che sicuramente giungeranno in dono. Un viaggio nei mondi sconfinati che i libri sanno offrire, per partecipare al quale basta solo accomodarsi e abbandonarsi alle tante emozioni in gioco.
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