Sostenibilità alimentare

Al CheeseLab la ricotta si produce e gusta insieme

di Gilda Sciortino

Nel pieno centro storico di Palermo da tre mesi esiste una piccola oasi dove il cibo diventa esperienza, unendo i valori della filiera corta, della sostenibilità ambientale e dell'impegno sociale. Si chiama "CheeseLab" ed è un salone del gusto nel quale potere anche vivere l'emozione di gustare mozzarelle, burrate e ricottine dopo averli viste produrre dal vivo

Assistere e magari anche provare a creare con le proprie mani morbide mozzarelle, burrate o ricottine da gustare calde calde? Il desiderio di molti per mettere in pausa la vita cittadina respirando il profumo della campagna a contatto con la natura. Un’esperienza da potere realizzare, però, se si ha tempo e la conoscenza di luoghi da raggiungere per staccare con la routine quotidiana. Può, quindi, stupire accorgersi, mentre si passeggia nel pieno centro storico di Palermo, che la natura ha deciso di fare capolino in città. Come a dare una mano di aiuto di fronte alla difficoltà di uscire dai confini territoriali cittadini.

È, infatti, lungo corso Vittorio Emanuele, la strada più antica del capoluogo siciliano, quello che i palermitani chiamano “Cassaro”, che appena tre mesi fa è sorto il CheeseLab Salone del gusto. Un luogo da considerare magico perché consente di fare un viaggio a ritroso nel tempo, riconnettendo ai valori che vengono dalla terra, dagli animali, dalla natura con tutta la sua potenza. Il tutto, immersi nella suggestione di un contesto storico unico, dal momento che vi si può fare ingresso dal corso, ma anche salendo le monumentali scale di marmo antico del Palazzo del Principe di Larderia, da cui ingresso di accede alle stanze deputate alla degustazione.

Simbolo della cultura gastronomica, contadina e ambientale, il CheeseLab è il primo caseificio urbano nel quale si può fare un’esperienza multisensoriale, a partire dalle specialità prodotte da latte crudo da animali al pascolo di vacca autoctona siciliana che arriva la mattina e viene lavorato davanti alla clientela, tra lo stupore generale di grandi e piccini.

Di sera, invece, si accendono le luci e, dalla vetrina si passa alla tavola, gustando formaggi, pane fatto in casaabbinati ai vini di cantine siciliane rigidamente selezionate. Senza contare i piatti composti con gli ingredienti rigorosamente del giorno prelibatezze dal cuoco Bartolomeo Militello e dall’aiuto cuoco Manuel Amato.

Parole d’ordine per tutto quello che si può gustare al Salone del gusto di Palermo sono filiera corta, sostenibilità ambientale e sociale.

«Nonostante siamo aperti da soli 3 mesi, già vediamo che dalla curiosità si è passati all’interesse per un mondo che conosciamo poco perché travolti dai ritmi quotidiani frenetici – affermano i due autori di questa giovanissima start up, Gianluca Ferba e Riccardo Bavaglio, rispettivamente agronomo e tecnico alimentare -. Lo definiamo un contesto “botanico”, nel quale il consumatore si ritrova immerso in un vero e proprio luogo dedicato al rispetto dei sapori tradizionali con l’opportunità di assistere a showcooking dedicati alla produzione, lo dicevamo all’inizio, di mozzarelle e burrate. Un percorso nel quale entrano in gioco tutti i sensi, a partire dal momento in cui si assiste alla presentazione, respirando i profumi che invadono il CheeseLab, sino ad arrivare al momento in cui si può gustare quel che si è visto o contribuito a preparare. Una ristorazione territoriale ed etica, che in città non era stata ancora proposta».

Un progetto orientato al bene comune con la finalità di dare voce agli allevatori e contadini siciliani, che si possono anche andare a trovare attraverso un’iniziativa che sta già allettando come “Casaro per un giorno”, grazie alla quale rendere completa e perfezionare il percorso proposto. A questo si aggiungono “Apericheese”, l’aperitivo esperienziale del tutto rivoluzionario che rende il consumatore partecipe attraverso un intrattenimento giocoso ed educativo, come anche "Master’s food", ulteriori momenti di incontro e confronto che consentono di scoprire anche se stessi attraverso il cibo

Al CheeseLab si parla anche di arte etica dal momento che la pareti sono abbellite da opere che portano la firma di artisti che utilizzano materiali ecocompatibili. Giuseppe Alcamo ed Emzo Novara quelli che stanno esponendo al momento.

«Abbiamo voluto creare un luogo in cui l’esperienza sia alla base di tutto – concludono Ferba e Bavaglio – . Del resto siamo noi stessi che, prima di proporre un prodotto, un piatto, un vino, vogliamo essere certi di quel che deve essere, per i nostri clienti, nutrimento non solo per il corpo. Pure i momenti di gioco che proponiamo ai più piccoli devono diventare istruttivi e, al contempo, stimolare pure gli adulti a rallentare i ritmi, dedicandosi pause di ristoro prima di tutto mentali. Sembra che questo nostro messaggio sia arrivato a chi ci sta conoscendo e non possiamo che esserne felici».

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