Portogallo: l’alternativa all’austerity si è messa in moto

di Filippo Addarii

Quando lo scorso gennaio ho incontrato Maria Do Carmo Marques Pinto, non mi aspettavo che la nostra collaborazione sarebbe diventata non solo il mio progetto più importante in questo 2014, ma anche l’occasione di trovarmi in prima linea nella trasformazione economico-sociale di un intero sistema nazionale.

Maria mi ha portato in Portogallo e sta di fatto che il Portogallo è diventato il paese al centro del ciclone per antonomasia. E’ il paese in cui la crisi dell’Europa continua a manifestarsi con enorme virulenza, ma è anche il paese in cui tanto il governo che le forze economiche e sociali  più diverse stanno reagendo con creatività e determinazione, combinando i propri sforzi.

Il lavoro con Maria e Indy Johar (Hub Westmister) è diventato l’occasione di provare che esiste un’alternativa alle politiche di austerity, alternativa che risiede nella creazione di una nuova forma di collaborazione tra governo, imprese, nonprofit e cittadini al fine di dar vita a nuove forme di produzione economica e sociale su grande scala.

Cominciamo con ordine. A gennaio Maria Do Carmo è venuta a trovarci alla Young Foundation. L’obiettivo era quello di apprendere dai successi Britannici nel campo dell’innovazione, dell’imprenditorialità e degli investimenti sociali. Londra è un hub mondiale.

Maria è la fondatrice e direttrice di BIS – Banco Inovacao Social (Banca dell’Innovazione Sociale) creata all’interno della Santa Casa della Misericordia di Lisbona, il più grande e antico istituto di caritá del paese. La Santa Casa gestisce la Lotteria Nazionale e con i proventi (più di 250m all’anno) finanzia i servizi sociali e sanitari  della città. E’ un pilastro del Welfare State di Lisbona ed è di fatto un istituto parastatale. Il suo presidente è un ex Primo Ministro nominato dal governo, tanto per capirci.

Con una tale posizione strategica l’obiettivo di BIS è di reinventare l’economia del sociale trasformando il modello tradizionale di welfare centralizzato e top-down che rende i cittadini soggetti passivi recettori di servizi, in una nuova partnership tra istituzioni e cittadini che restituisca a questi ultimi il controllo e la responsabilità del proprio destino.

Quello che mi ha sorpreso fin dall’inizio è che la più grande organizzazione storica del sociale è stata capace di diventare un motore di innovazione creando al proprio interno un corpo estraneo, che ne mette in discussione la tradizione con tutto il suo bagaglio di pratiche consolidate. In teoria dell’innovazione  si tratta di una pratica assodata – chiamata skunkworks project – spesso utilizzata dalle grandi aziende per superare le barriere interne che impediscono il cambiamento. Forse non tutti alla Santa Casa avevano capito quello che stava succedendo, ma Maria aveva in chiaro fin dall’inizio dove voleva arrivare.

Altre innovazioni che meritano di essere sottolineate: BIS è di fatto un’alleanza tra 27 delle più importanti organizzazioni sociali e finanziarie del paese, alle quali si stanno associando via via anche dei Comuni; ma la governance è informale. I partner agiscono secondo un protocollo d’intesa che non prevede alcuna forma ulteriore di burocrazia. A secondo del progetto mettono a disposizioni risorse e competenze. Inoltre il contributo dei partner è soltanto in parte finanziario. BIS è di fatto una banca che riconosce la pluralità dei valori, proprio come vorrebbe la filosofia dell’innovazione sociale, troppo spesso dimenticata dai suoi stessi promotori. Anzi forse la risorse piu’ importante di BIS e’ il network di professionisti in pensione che prestano il proprio tempo e le proprie competenze su base volontaria.

A gennaio Maria diede a me e a Indy Johar l’incarico di sviluppare la strategia europea di BIS.  Inoltre ci chiese di aiutarla con la costituzione di un fondo di investimenti d’impatto sociale per il Portogallo. Tutto ha proceduto normalmente fino a questa estate . Abbiamo pure ricevuto l’invito a presentare il nostro lavoro a BEPA, la think-tank di Barroso e il Presidente della Federerazione Tedesca ha voluto fare visita BIS.

La svolta è arrivata a luglio, quando il governo ha annunciato il lancio di un fondo per l’innovazione sociale capitalizzato con 122 milioni di € provenienti dai fondi strutturali. Miguel Poiares-Maduro, il Ministro per lo Sviluppo Regionale che ha annunciato la costituzione del fondo (vedi comunicato) è un outsider della politica portoghese e anche lui si presenta come un giovane innovatore. E’ un professore di diritto internazionale prima a Yale poi all’European University Institute di Fiesole – ovviamente conosce Renzi!

Poiares-Maduro vuole rivoluzionare il sociale in Portogallo passando da un sistema di sussidi e clientele a un mercato di investimenti e risultati – il cosidetto payment by results e social outcome market. Non a caso quella del Ministro è una strategia molto simile a quella del governo britannico, fondata su capital supply. Ovviamente tale piano non può non incontrare resistenze, sia a livello politico che nel sociale più conservatore. Se il Ministro dovesse riuscire nell’intento infatti, tali forze conservatrici perderebbero la base del proprio potere clientelare.

Per fortuna tale tentativo rivoluzionario è stato aiutato dal crack del gruppo finanziario ed industriale Espirito Santo, che sta mettendo in ginocchio l’establishment. Espirito Santo è l’equivalente portoghese degli Agnelli in Italia. Non c’è leader che non sia in affari con loro. Vecchia storia, no?

Dopo tante chiacchere, complice il clima di incertezza, finalmente qualcuno sta rischiando, investendo seriamente in una nuova forma di produzione economica e sociale. Si tratta di provare  che esiste un’alternativa all’austerity.

La partnership tra noi e il Ministro era inevitabile. Così mentre il Ministro sta aggregando il capitale, noi formiamo la domanda. La collaborazione con BIS si è trasformata in un’operazione per mettere insieme una coalizione nazionale di comuni e istituzioni private, e definire una strategia comune d’investimenti che rispondano alle opportunita’ sul territorio.

Il 25 Settembre presenteremo i risultati di questa prima fase in un dibattito pubblico che stiamo organizzando a Lisbona insieme alla Plataforma para o Crescimento Sustentavel. Se vuoi partecipare qui trovi la possibilita’ di iscriverti.

Anche il governo italiano parteciperà. Speriamo che serva a dare un’accelerata al piano per la costituzione del Fondo per non toccare il fondo, a chiarire le reali potenzialità dell’imprenditorialità sociale – un’agenda troppo spesso prigioniera dei vecchi conservatori – e a inquadrare meglio il ruolo degli investimenti sociali nella nuova strategia europea per gli investimenti.

 


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