Da vero parvenu del settore sono rimasto impressionato dalla seconda edizione della blogfest che si terrà il prossimo week end (per di più a pochi passi da casa mia; la cara vecchia prossimità spaziale sarà anche un pò desueta ma non guasta mai). Scorrendo il programma balza all’occhio un mix di movimentismo e istituzionalizzazione che piacerebbe a molti sociologi (da Alberoni in avanti). Da un lato i bar camp, non-convegni dove sono i partecipanti a proporre i contenuti. Nati con velleità libertarie, alla blogfest ci si chiede se non siano ormai morti, salvo poi proseguire con una serie di “sconferenze” su tematiche disparate. All’opposto una sfilza di sponsor iper istituzionali (che farebbero l’invidia di molti organizzatori di meeting) e, ad aprire i lavori, l’AD di Telecom, il massimo della comunicazione “vintage”. E l’impresa sociale? A parte un poco di welfare con il servizio di kindergarten poco o niente. Eppure è un inedito spazio pubblico dove questa forma d’impresa potrebbe attecchire. La blogosfera è infatti un sistema di relazioni virtuali solo per il medium, non per il contenuto. E non è un caso, infatti, che le imprese for profit siano interessate ad investire per fare marketing. Insomma cercherò di andarci, non prima di aver votato per le varie categorie di blog (tra le quali ahimé non vedo nulla di dedicato al terzo settore). Perché è questo il piatto forte della festa: il Macchianera Blog Awards. Se volete fatelo anche voi. C’è ancora quale ora prima della chiusura del cybervoto.
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