Dopo il capostipite wiki (almeno credo), l’immancabile Obama e, più recentemente, il genere femminile il suffisso che sta per “legge di” è ormai a tutti gli effetti oggetto di marketing editoriale. Tanto che si potrebbe provare con l’impresa sociale, ma solo come esercizio di stile. Se non altro perché ne verrebbe un contorsionismo linguistico mica male (socialenterprisenomics… orrendo!) che dovrebbe porre al riparo dalle pensate di qualche titolista alla moda del giorno dopo. Dunque quali sono i caposaldi che dicono del modo d’essere dell’impresa sociale? quelli che ne definiscono l’identità, nel senso di funzionamento ma anche di approccio alle fenomenologie sociali ed economiche che contraddistinguono questa epoca storica? Direi l’aver spostato la funzione obiettivo dell’impresa oltre i confini organizzativi e della proprietà indirizzandola verso uno spazio pubblico inedito, solo in parte occupato dalle esperienze tradizionali della socialità e dall’autorità pubblica. E l’aver dimostrato che in questo spazio è possibile portare avanti un progetto imprenditorialmente sostenibile (anche in termini economici). Anzi in grado di scovare risorse che per gli altri attori non sono tali o sono considerate residuali. Mica male. Da farci un libro…
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