Welfare

La mani sul demanio

di Flaviano Zandonai

Aspettando Godot (il federalismo fiscale) si comincia con quello demaniale. Con una dote di beni immobili che passano in gestione dallo Stato alle Regioni. Qualcuno dice che è una piccola cosa. Però sono quasi 3 miliardi di euro. La legge è in dirittura d’arrivo. Vedremo come andrà a finire. Intanto si anima il dibattito, ma è sempre una partita che si gioca sullo stesso campo e con gli stessi giocatori: stato vs mercato. Un derby noioso, peggio di quelle strapaesane tra scapoli e ammogliati. Perché se questo paese (anzi no Paese visto che sono i 150 anni dalla fondazione) oltre che federale vuole diventare anche sussidiario dovrebbe inserire un comma nella legge dove si dice che almeno una percentuale (niente millesimi stavolta!) di questi beni sarà classificata, catastalmente, come asset comunitario. Ovvero una devoluzione a favore non di pubbliche amministrazioni locali, ma di soggetti non profit e imprese sociali per la produzione di servizi di utilità sociale. Ma purtroppo siamo sempre alle solite. Mentre fiorisce la lobby sul versante pubblico (basta leggersi le dichiarazioni di ANCI, Legautonomie e chi più ne ha, più ne metta) sul fronte terzo settore tutto tace. O no?

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.