Che c’azzecca il web 2.0. con l’impresa sociale? In teoria molto, sembra fatto apposta per questo tipo d’imprese. Ma le applicazioni sono ancora scarse, merito anche di uno scetticismo generalizzato da parte di queste stesse imprese. Forse può aiutare l’identificazione dei campi di applicazione e, al loro interno, qualche caso di successo. “Leggere il territorio”, ad esempio, è una delle espressioni più diffuse tra gli operatori sociali. Un pò per rivendicare competenze distintive, un pò per non perdere il filo di senso tra il lavoro sociale “di base” e su, su fino alla progettazione dei servizi e alla pianificazione delle poltiche. Grazie a quelli del marketing virale – guarda caso – mi sono imbattuto in questo strumento che consente agli utenti di produrre informazione su eventi di cui sono diretti testimoni – da quindi il nome – e di collocarli, anche virtualmente, nel loro territorio. E’ stato pensato soprattutto per attività di advocacy in contesti problematici: conflitti, catastrofi ambientali, ecc. Ciò non toglie che possa essere customizzato per applicazioni locali, dove ad essere segnalate e descritte sono le risorse sociali di un territorio (servizi, iniziative, progetti, ecc.). Il sistema è gratuito e accessibile attraverso svariati supporti (ideale lo smartphone che in Italia possiedono più o meno tutti salvo utilizzarne le potenzialità solo in minima parte). Il risultato è una mappatura di luoghi, informazioni e risorse che consentono una più immediata ed efficace lettura del contesto. Soprattutto se ad essere coinvolti sono, in varia misura, coloro che beneficiano delle iniziative messe in campo. Crowsourcing e geolocalizzazione dicono i Ninja Marketing. Radicamento territoriale e coinvolgimento degli utenti rispondono gli operatori sociali.
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