Mondo solidale è la nuova sezione del sito de La Repubblica dedicata al “sociale”. Ora fa soprattutto advocacy ma c’è da scommettere che dopo il pezzo di Rampini sull’imprenditoria sociale americana sarà pronto ad accogliere contributi in tema di social business & social innovation oltre, chissà, a qualche pezzo sulla realtà nostrana, come questo articolo dedicato a un’indagine sui lavoratori delle cooperative sociali. Interessante evoluzione di un giornale fin qui tutto irrigidito su posizioni stataliste quando tratta di cosa pubblica e sbilanciato in senso liberista in economia. Il Corriere della Sera ha coperto per qualche tempo il dibattito sulla Big Society all’italiana rilanciato dal ministro Sacconi durante la calda estate del meeting e ripreso da importanti opinion maker. Ma non c’è solo dibattito culturale perché proprio qualche giorno fa lo stesso Corrierone ospitava un inserto redazionale (non si capisce mai bene la distinzione dal resto del giornale chissà perché) dedicato a Dynamo Camp e al suo approccio top down alla socialità. A tirare la fila dei quotidiani è comunque Il Sole 24 Ore di cui ritagliavo (a mano) articoli sul non profit quando facevo l’obiettore di coscienza (dunque un buon decennio e qualcosa fa). La rubrica storica del lunedì ormai deborda nelle altre pagine e negli inserti, garantendo una solida posizione di leadership nel dibattito. Ci sono poi i “femminili”: Glamour, Donna Moderna, ecc. molto interessate a start-up d’impresa, occupazione, nuove forme di volontariato. I media prosciugano i pozzi, ahimè non molto capienti, dello storytelling e dei database. E inoltre sfidano ad elaborare contenuti veicolabili anche presso chi il socialese non lo parla (e non lo vuol parlare). Un esercizio utile non solo per arrivare nell’agone dei media di massa, sentendosi così un pò residuali. Ma anche per allenare il community building a corto raggio. La specialità di non profit e imprese sociali che però richiede di sviluppare sempre meglio le competenze linguistiche e narrative: chi siamo, cosa facciamo, come puoi essere utile… Senza considerare il fatto che tutta questa attività è in corso di migrazione sulle piattaforme dei social networks con effetti ancora tutti da decifrare.
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