Welfare

Contingenze

di Flaviano Zandonai

A leggere i sacri testi si scopre che uno dei fattori contingenti che ha contribuito alla nascita della cooperazione sociale in Italia sono stati i ripetuti blocchi delle assunzioni nella Pubblica Amministrazione. Indicazioni normative che, a partire dagli anni ’70 in avanti, hanno accelerato le procedure di outsourcing a favore delle nascenti imprese sociali, favorendone la diffusione e consolidandone il ruolo. Nel bene e nel male, perché la crescente quota di risorse pubbliche rappresenta ancora oggi un ottimo indicatore della rilevanza dei bisogni di assistenza, inclusione, cura, ecc. e, con essi, delle organizzazioni che si sono candidate a segnalarli e a organizzare risposte. D’altro canto l’utilizzo di procedure amministrative rozze come le gare d’appalto che sanciscono il ruolo dominante delle strutture pubbliche e quello strumentale dei fornitori ha frenato, e di molto, il potenziale di innovazione delle imprese sociali. Tanto che l’appena descritto modello di amministrazione bipolare che fa coincidere l’esercizio della funzione pubblica con l’ente pubblico imperversa ancora oggi, mentre invece i modelli multipolari ispirati a principi autentici di sussidiarietà  orizzontale sono ancora allo stato di sperimentazione o patrimonio di aree (e settori) eccellenti. In attesa che nuove prospettive culturali e strategie di sviluppo si materializzino e si impongano come nuovo mainstream, si può far leva su altre variabili contingenti, come questa: oltre al blocco delle piante organiche è previsto anche il blocco delle società pubbliche. Fino al termine del 2011 i comuni al di sotto dei 30mila abitanti (la quasi totalità quindi) non potranno costituire nuove società e quelli di dimensioni maggiori potranno farlo però con limiti ben precisi (ad esempio i comuni tra i 30mila e i 50mila abitanti potranno costituire una sola società).  E inoltre, e questa è proprio grossa (per cui mi aspetto escamotage), entro la stessa data i comuni dovranno mettere in liquidazione le loro società o cederne le partecipazioni. A qualche decennio di distanza potrebbe dunque ripresentantarsi un nuovo, potente innesco per l’impresa sociale. In particolare alcuni dei nuovi modelli giuridico organizzativi previsti dalla normativa: fondazioni e società di capitali ad esempio. Staremo a vedere.

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