Welfare

Fa la cosa giusta, cooperatore

di Flaviano Zandonai

Qualche mese fa la rassegna stampa che riceviamo in ufficio mi tempestava di articoli presi da quotidiani tedeschi che riferivano la notizia di un manager di una non profit beccato a bordo di una maserati intestata all’organizzazione. All’inizio li leggevo, poi il dibattito sul fatto che sia etico o meno andarsene in giro con l’auto di lusso pur essendo del sociale mi aveva un pò stufato. Mi sembrava un confronto a utilità limitata e un pò bacchettone. Poi, d’improvviso, la questione mi si è letteralmente parata davanti. Venerdì scorso, mentre andavo a “Fa la cosa giusta” incrocio una fiammante porsche panamera 4s di un bellissimo blu cobalto. A bordo un dirigente del movimento cooperativo appena uscito dallo stesso posto. Ed è così che, clamorosamente, sono ricascato nel dibattito che avevo sdegnosamente abbandonato qualche settimana fa: “Come si fa ad andare con la porsche alla fiera dei consumi e degli stili di vita alternativi?”. Bacchettone, mi sono detto. Può darsi – mi sono risposto – ma in organizzazioni che mutualizzano tutto, risorse economiche in primis, il bolide blu cobalto svetta sopra le righe più che in altri contesti. E sulla combinazione con Fa la cosa giusta? Nonostante da qualche decennio i sociologi provino a distillare consumi e stili di vita in profili relativamente omogenei, avanza a grandi passi la contaminazione dei mondi vitali grazie a un approccio selettivo e non ideologico. Insomma ognuno si monta e smonta la sua catena di coerenza come meglio crede (e può): si mangia bio, si beve critico e si gira in porsche. Fosse stato almeno un modello full-hybrid! Ma, guarda caso, a Stoccarda c’hanno già pensato.


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