… e anche la 37, oltre ad altre fra le 50 che costellano uno dei documenti più rilevanti partoriti dalle istituzioni comunitarie: il single market act. L’obiettivo è ambizioso: rifondare le basi del consenso intorno all’elemento che ha fondato e ha tenuto insieme l’Unione, ovvero il mercato unico. Unico non solo per estensione geografica (con lo sforzo titanico di abbattere le barriere nazionali), ma anche perché propone un modello – l’economia sociale di mercato – che combina competitività e coesione sociale. Non male, se paragonato ad altri sistemi economici e se si va davvero alla ricerca delle “radici” dell’aggregazione europea. Frutto di un rapporto preliminare realizzato da Mario Monti l’atto per il mercato unico è aperto alla discussione. Una buona occasione anche per le organizzazioni sociali perché proprio in quella raccomandazione 36 si dice che “La Commissione proporrà un’iniziativa per l’imprenditoria sociale intesa a sostenere e ad accompagnare lo sviluppo di progetti imprenditoriali innovativi sul piano sociale…”. Un impegno a breve che richiederà di mettere mano alle forme giuridiche del’economia sociale: fondazioni, mutue, cooperative. E di affrontare tematiche più vaste e trasversali che riguardano il finanziamento, i rapporti con la pubblica amministrazione e così via. Se a livello nazionale il dibattito langue, forse è meglio cambiare livello.
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