Welfare

Costituzionalizzare i network

di Flaviano Zandonai

I had a dream… Beh è quasi blasfemo scomodare il reverendo King. Però il sogno l’ho fatto veramente, in quella fase del dormiveglia dove si fanno strane pensate ad alto tasso onirico. E il sogno aveva per protagonista B., sì proprio lui, il presidente del consiglio dei ministri e la sua ultima proposta (o sparata, dipende dai punti di vista) di riforma costituzionale. No, non riguarda la giustizia o il federalismo, ma la libertà, precisamente la libertà d’impresa. Pare infatti che nei prossimi giorni verrà presentata una proposta di modifica dell’articolo 41 della carta costituzionale. Essenso breve merita di essere riportato per intero: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”. Non sono un costituzionalista e mi guardo bene dall’entrare nel merito. Mi limito a notare che l’impresa sociale è la realizzazione, in positivo e non solo come vincolo, di tutte queste disposizioni. E’ quindi un suo fondamento costituzionale, per cui consiglierei in particolare i sostenitori della “biodiversità” dei modelli imprenditoriale di monitorare con attenzione le proposte di emendamento. Ma il sogno riguardava un altro aspetto. E cioè che la riforma potrebbe “costituzionalizzare” un elemento tipico dell’intraprendere nostrano, ovvero il farlo in rete. Si parla da tempo di istituire un vero e proprio diritto delle reti e qualche provvedimento, su piani normativi ben più bassi, è già stato adottato come i contratti di rete. Ma questo è il paese dei distretti industriali, delle aggregazioni sovracomunali e, perché no, dei network d’impresa sociale. Varrebbe dunque la pena citare questa realizzazione della libertà d’impresa all’interno della norma che fonda il nostro patto sociale. Anche perché c’è dinamismo nelle reti. Basta guardare a quel che succede nelle reti di rappresentanza, dove sono caduti gli ultimi “muretti di Berlino” con l’operazione rete imprese italia e, naturalmente a ruota, con l’alleanza delle cooperative italiane. Per non parlare dei network produttivi dove, da più parti, si segnala che i distretti stanno (o starebbero) risalendo la china. Non resta che attendere le proposte. I sogni, si sà, nel caso svaniranno all’alba.


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