Intercetto dal sito di Euclid Network questa news che segnala un rapporto realizzato dal Cabinet Office dove sono raccolti esempi di Big Society a livello internazionale, utili ad alimentare le esperienze e le politiche del governo Cameron che è l’inventore di questo “brand” così di successo nel dibattito politico. Una politica in realtà che, in buona sostanza, promuove la centralità delle iniziative di gestione di attività e servizi da parte della società civile. Scarico il file e vado alla mappa delle esperienze segnalate. A cercare cosa? Ma naturalmente se c’è una bandierina sul bel paese. Del resto siamo anche noi infatuati dalla Big Society, tanto che autorevoli esponenti governativi – ad iniziare dal ministro Sacconi – teorizzano (e anche un pò di più) l’esistenza di una “via italiana”. Lo ammetto: nutrivo più di un dubbio che ci fosse qualcosa. Non perché manchino le esperienze, anzi. Concordo pienamente con chi sostiene di guardarsi prima in casa, certo non per coltivare autoreferenzialità, ma per riscoprire, se serve, risorse importanti che possono tranquillamente competere a livello internazionale. In ogni caso, il dubbio è stato fugato perché nel rapporto c’è una bella bandierina piantata sull’Italia. Chissà chi sarà? Rullo di tamburi: il servizio civile nazionale! Davvero clamoroso: un’iniziativa affossata (o comunque tenuta in vita col lumicino) dallo stesso governo – anzi dallo stesso minitero – che loda Cameron e la Big Society. Poco importa che l’attuale servizio civile possa essere effettivamente considerato una buona prassi (sinceramente ho qualche dubbio in merito). Prevale, e di molto, la beffa.
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