Welfare

Welfare iperrealistico

di Flaviano Zandonai

Mi sono cavato gli occhi ieri sera cercando qualche decina di numeri di telefono di imprese sociali. Stiamo avviando una rilevazione nazionale che coinvolgerà quelle “di nuova generazione” costituite ai sensi della nuova, si fa per dire, normativa. C’è grande incertezza: a partire da quante effettivamente sono queste imprese, fino, per l’appunto, al numero di telefono. Con buona pace di improbabili campagne informative e politiche promozionali! A me capita un elenco scottante: quello delle “famose” imprese sociali campane. Una strana distorsione della distribuzione territoriale per effetto della quale gran parte di queste imprese ha sede proprio in Campania ed inoltre si tratta, quasi per intero, di scuole materne e asili nido. Inizio la ricerca. I numeri di telefono ci sono, si trovano abbastanza facilmente. Dunque non sono imprese fantasma come qualcuno dice. Almeno una sede e un contatto esistono. E poi hanno nomi strepitosi. Si scomodano beati (“Karol Wojtyla” e l’immancabile “Padre Pio”), si utilizzano inglesismi a profusione (“Baby World”, “Children’s Moon”, “New Kinder Parking”), per non parlare del saccheggio di fiabe e cartoni animati (“Heidi”, “Peter Pan”, “La Sirenetta”) anche se non mancano riferimenti culturali (“Darwin”, “Rousseau”). Vedremo cosa ci dirà l’indagine telefonica sulle caratteristiche strutturali, le performance e la missione di queste imprese. In sede di impostazione qualcuno del team era scettico sul fatto di inserire il campione campano, sostenendo che non si trattasse di “vere” imprese sociali, ma, ben che vada, di startup o trasformazioni legate più all’opportunismo di un qualche incentivo economico, piuttosto che a una scelta autenticamente imprenditoriale e sociale. Poi però si deciso di andare avanti mantenendo uno spettro di indagine allargato per due motivi. Il primo, scontato, è che se si fa davvero ricerca non ci si possono infilare i paraocchi nell’individuazione degli oggetti di indagine. Sarà in sede di analisi che si potranno fare considerazioni in merito alle variabili costitutive e alla qualità degli interventi. In secondo luogo, guardando anche solo alle scarne informazioni sul web, prende corpo l’ipotesi che queste iniziative, nel bene e nel male, costituiscano una rappresentazione più che realistica del welfare locale dove si mischiano, in modo molto più pragmatico e “urgente” che in altre aree, bisogni sociali delle famiglie (alla faccia delle reti parentali), esigenze occupazionali dei promotori, necessità di accedere a risorse e, perché no?, motivazioni sociali legate alla natura del servizio e dei beneficiari. Chiederemo per conferma anche ai gestori dell’impresa sociale sas “Mazz’ e Panell'”, premio per l’originalità della denominazione.

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