Welfare

Fundraiser e policy maker

di Flaviano Zandonai

La progettualità è ciclica, lo ripetono ormai da tempo gli esperti di project management. Ed è per questa ragione che assumono particolare rilevanza le saldature tra le varie fasi: tra ideazione e costruzione del progetto, tra finanziamento e realizzazione, tra valutazione e policy making. E proprio quest’ultimo passaggio è insieme il più cruciale e, spesso, il più sottovalutato. Autovalutazioni stiracchiate e valutazioni esterne solo formali. E così si perdono per strada importanti elementi di apprendimento che potrebbero arricchire l’attività di pianificazione dalla quale si diparte un nuovo ciclo di progettualità. I fondi strutturali – Fse, Fesr, ecc. – rappresentano, da questo punto di vista, un caso emblematico. Ci si stava avviando, un pò stancamente invero, alla conclusione di un paio di ciclicità  – 6 + 6 anni, dal 2001 al 2013 – gestite secondo modalità incrementali. Negli ultimi anni però hanno fatto irruzione sulla scena due variabili intervenienti che hanno scompaginato il campo e hanno obbligato – o meglio dovrebbero obbligare – i gestori di queste risorse a rivedere, soprattutto in chiave valutativa, le loro progettualità. Il primo fattore è, guarda caso, la crisi che in alcuni paesi, come l’Italia, ha determinato una “distrazione” di fondi strutturali per essere impiegati a sostegno di misure anti crisi. L’altra variabile consiste nell’affermazione dell’innovazione sociale come parola chiave delle politiche comunitarie. La recente Social Business Initiative della Commissione Europea sta partorendo altri documenti che propongono una riallocazione delle risorse, anche dei fondi strutturali. E questo avendo come riferimento non solo la nuova ciclicità, ormai imminente, del 2014-2020 che peraltro è già stata “opzionata” in tal senso. Ma, vista la rilevanza e l’interesse del tema per le istituzioni comunitarie, si guarda anche a fondi dell’attuale ciclo, risorse che faranno da ponte in vista di investimenti più consistenti e di lungo periodo. Insomma mai come ora fund raiser e gestori di progetti cofinanziati con i fondi strutturali dovrebbero trasformarsi in policy maker (locali, nazionali e comunitari), guardando meno ai formulari e più ai report di valutazione e di programmazione.


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