Welfare

Il ratto delle startup

di Flaviano Zandonai

E’ un vero e proprio ratto, come all’epoca delle Sabine. Le scienze dure e ICT hanno ormai il monopolio della creazione d’impresa. Dici startup e, quasi con un riflesso pavloviano, l’aneddotica e’ tutta fatta di nuove imprese che della tecnica scientifica fanno il loro core business, meglio se con una ricaduta sociale e sostenibile. E’ un modello di startup che attrae una quota crescente di investimenti e che si sa riprodurre grazie anche a contesti e strutture da cui scaturisce, in modo intenzionale, a un vero e proprio ecosistema. Un caso di generativita’ che peraltro presenta interessanti realizzazioni anche a livello nazionale. Pero’ e’ solo uno dei modelli e a ricordarcelo e’ un bel post di Luca Debiase dove si distingue, per la discussione, una trilogia di startup sulla base dei fabbisogni di sostegno allo sviluppo. Dunque imprese che hanno bisogno di finanza per effettuare investimenti tech, imprese che hanno il loro motore di sviluppo fin da subito nelle transazioni di mercato e startup sui beni comuni che hanno soprattutto necessita’ di capitale sociale. Un quadro molto più esaustivo che peraltro consente di fare un bel gioco di ibridazione dal quale può venir fuori la tanto ricercata innovazione, stavolta dei modelli d’impresa. Un interessante banco di prova potrebbe essere la tappa napoletana dello startup weekend il prossimo maggio. Gli organizzatori infatti hanno piazzato un bel “social” davanti a startup. Per ora la descrizione dell’evento e’ figlia dei tempi, dunque tecnologie e business angels a profusione. Ma chissà che con l’andar del tempo possa trovare un percorso un po’ più specifico. Anche perché, soprattutto a Napoli, creazione d’impresa fa rima con politica del lavoro.


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