Molto bello il concept della nuova edizione del festival Fotografia Europea di Reggio Emilia. E’ tutto dedicato alla vita comune, a immagini che riguardano l’esercizio della cittadinanza. Due aspetti emergono con particolare evidenza dal documento programmatico del Festival. Il primo riguarda la radice comune e non identitaria della comunità. Non si tratta di un gioco al dentro e fuori basato discriminato dall’accettazione di determinati valori, norme e codici culturali, ma piuttosto dell’adesione a un’aggregazione vitale che richiede impegno e gratuità. In questo consiste la cittadinanza comunitaria. Il secondo aspetto riguarda il punto di vista sulla comunità, come la si legge. C’è un parallelismo interessante tra l’ottica fotografica e quella dell’impresa sociale. Entrambe sono parte, perché direttamente coinvolte in questi processi. D’altro canto, consapevoli del fatto di non essere estranee, mirano comunque a cogliere il tutto, il dato di realtà, anche nei suoi aspetti marginali e casuali. Bisognerebbe organizzare una visita per imprenditori sociali impegnati quotidianamente a costruire cittadinanza intorno a svariate prestazioni di servizio. Il medium fotografico aiuterebbe, più di molta formazione d’aula, a mettere a fuoco (in tutti i sensi) questioni cruciali per lo sviluppo di imprese che, a vario titolo, si definiscono “comunitarie”.
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