No, non è il solito oggetto di ricerca da trattare con il giusto distacco metodologico. L’innovazione sociale rappresenta un terreno di sfida sul piano concettuale, interpretativo ed empirico, ma le sue implementazioni coinvolgono direttamente anche l’organizzazione della ricerca scientifica. Non è un caso, ad esempio, che molte start up innovative vengano incubate dentro università e centri centri di ricerca e che questa tendenza si allarghi sempre più a diversi ambiti disciplinari. Non solo start up legate alle scienze dure (fisica, biologia, ingegneria) ma anche nel campo delle scienze umane, facendo così crescere per numero e per tipologia gli spazi dove queste imprese possono accelerare la loro crescita.
C’è poi un altro elemento di interesse, ancor più rilevante, che è legato alla ricerca nel campo dell’innovazione sociale. Si tratta infatti di iniziative, progetti e tecnologie la cui “funzione d’uso” è legata alla soluzione di bisogni riconosciuti rilevanti per le ricadute a livello sociale e ambientale. Una ricerca quindi guidata non da interessi scientifici in quanto tali o, più prosaicamente, da spinte di mercato che mettono a disposizione risorse dedicate. Si tratta, o dovrebbe trattarsi, di una scienza guidata dai bisogni. Sì ma quali bisogni? Era la domanda che si poneva il direttore di un importante centro per l’innovazione sociale qualche tempo fa. Una struttura potenzialmente dotata di un ricco apparato tecnologico – soprattutto sul fronte ICT – che però è alla ricerca di problemi da risolvere, pena il rischio che le tecnologie diventino autoreferenziali. Forse è per questo che lo stesso centro di ricerca ha appena pubblicato un bando di ricerca personale proponendo un profilo davvero curioso: Health and Well Being Research Community Coordinator. Una specie di agente di territorio con l’obiettivo di coinvolgere la comunità locale nelle attività scientifiche, trattandosi di ricerche centrate sull’utente a livello di design, testing e valutazione dei prodotti e servizi. E forse è ancora per questo che nella stessa giornata è arrivato un messaggio in posta elettronica che mi chiedeva di aderire a un google group promosso da un altro importante progetto di ricerca (FP7) tutto dedicato al coinvolgimento delle organizzazioni della società civile nel design e nella governance della ricerca scientifica. Una strana coincidenza che fa riflettere sulla rilevanza del tema, anche per quanto riguarda la misurazione della qualità e dell’impattto di questi progetti.
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