Politica

Bene, sino al 29 marzo senza Vespa, Santoro, Floris e Paragone

di Riccardo Bonacina

In ottemperanza di una legge ereditata dall’era Scalfaro, la Par condicio (legge 22 febbraio 2000, n. 28), e su indicazione di una Delibera dell’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), la n. 24/10/CSP), ieri il CdA della Rai ha approvato a maggioranza, cinque voti favorevoli e quattro contrari, il regolamento varato dalla commissione di Vigilanza che impone lo stop ai talk show e ai programmi di approfondimento giornalistico che trattano temi politici nel periodo che va da oggi alle elezioni regionali, 28-29 marzo.  E quindi niente Porta a Porta, Annozero, Ballarò, L’ultima parola.  Per quasi un mese, quindi, niente Bruno Vespa, Michele Santoro, Giovanni Floris e Gialuigi Paragone.  A me pare quasi una bella notizia, e la prospettiva mi piace così tanto da sognare che la moratoria duri sino a fine anno. Mi dico, bene, forse ci renderemo conto che per la politica le tribune elettorali (con tempi regolamentati e contigentati) bastano per esprimere la pochezza della politica e capiremo che i talk show “politici” non fanno mai informazione, ma politica. Invece, no apriti cielo. Invece di gioire per un periodo di disintossicazione per noi telespettatori e, speriamo, anche un po’ decongestionanti per le casse della Rai (spero che le puntate non fatte non vengano pagate ugualmente agli esosi giornalisti-conduttori), con il solito riflesso condizionato che nulla a che fare con battaglie avvero civili, Usigrai e Fnsi urlano, sbraitano e minacciano manifestazioni come se l’informazione della tv pubblica si identificasse con le trasmissioni dei 4 conduttori e non con il lavoro di 1700 sono giornalisti divisi in 11 testate informative di cui 140, con la qualifica di direttore e vice direttore.

Io ne ho piene le tasche di conduttori che battibeccano tra loro usando i canali della tv pubblica e poi anche i giornali, stiano tranquilli, si prendano tre settimane di ferie, per il bene loro e nostro. E il sindacato dei giornalisti si metta a fare battaglie serie magari a favore dei giovani schiavi usati nelle redazioni Rai e altrove.

Nel tempo libero dai talk show politici spendete 7 minuti per riascoltare questa canzone di Gaber (“C’è un aria”) che dice le cose meglio di me:
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