Welfare

Tutti una settimana al Grand Hotel galera

Un detenuto costa ogni giorno più di 200 mila lire,ma le condizioni di vita sono da penitenziario turco. Dove direttori e agenti dettano legge e la pena si trasforma in una vendetta dello Stato.

di Cristina Giudici

“Le condizioni degli istituti di pena italiani sono simili a quelli della Turchia: sorprusi, malasanità, trattamento arbitrario da parte dei magistrati di sorveglianza, sovrafollamento.Il carcere italiano, oggi come oggi, è solo una grande università del crimine, mi creda». Ernesto Caccavale, eurodeputato di Forza Italia, non usa mezzi termini per commentare l?inchiesta di Vita ?Carcere, rapporto dal pianeta proibito? pubblicato la settimana scorsa. Iniziamo dal capitolo dei maltrattamenti, onorevole. «Un capitolo che si dovrebbe chiamare ?regime militare negli istituti?. Ci sono carceri nel Sud dove i detenuti vengono messi contro il muro, con le mani dietro la schiena, durante la ?conta?, l?appello, e ci sono carceri come Secondigliano dove in passato ci son state punizioni corporali e torture. Oggi, finalmente alcuni agenti stanno pagando, ma la questione è sempre la stessa: se la pena si trasfoma in vendetta allora le carceri diventano un inferno in cui tutto può succedere». Giuliano Pisapia, già presidente della commissione Giustizia della Camera, che con le sue denunce ha scongiurato la ricostituzione di una squadra speciale della polizia penitenziaria, i Gom, (gruppo operativo mobile), che veniva utilizzata per brutali perquisizioni nelle celle, dice: «Il provvedimento era già sul tavolo del ministro della Giustizia che non si era accorto di nulla. Per fortuna un gruppo di Gom aveva fatto irruzione nel carcere di Opera, utilizzando metodi molto brutali, e io ho potuto presentare un ?interrogazione parlamentare. Altrimenti avremmo un problema in più». Si, ma intanto nelle carceri si picchia, onorevole Pisapia. «Credo che il regolamento penitenziario che sta per essere messo a punto dal ministero di Grazia e giustizia dovrebbe potere mettere fine a questi episodi. Fino ad oggi ogni carcere è stato regolamentato attraverso le consuetudini arbitrarie di ogni direttore, nel bene e nel male, perchè non c?era un regolamento a cui attenersi. D?ora in poi non ci saranno più tante Repubbliche, ma un unico Paese. O almeno lo spero». Livio Ferrari, coordinatore nazionale del Seac, un?organizzazione che riunisce le associazioni di volontariato penitenziario, (1000 volontari e cento associazioni presenti nelle carceri di 18 regioni) scuote la testa. «Se non si investono risorse per il trattamento rieducativo, non andremo mai da nessuna parte e ci troveremo sempre a discutere il solito capitolo: incidenti, abusi e sorprusi. Ma lei lo sa che oggi in carcere ci sono 6 educatori ogni 1000 detenuti? Quale violenza più grande per un sistema penitenziario che, almeno a parole, dovrebbe tendere al recupero dei detenuti?». E intanto, non si capisce perchè, ogni progetto di riforma sul carcere rimanga lettera morta. Cosa ne pensa, onorevole Caccavale? « Sono arrivato alla conclusione che ogni italiano dovrebbe passare in carcere almeno un giorno all?anno e che le visite guidate negli istituti di pena dovrebbero essere inserite nei programmi scolastici. La gente si è fatta l?dea che il carcere è una specie di Grand Hotel, dove si consuma colazione, pranzo e cena gratis e si può anche avere rapporti sessuali. Quasi nessuno sa che invece nella maggior parte delle galere italiane le pena è ancora considerata una vendetta dello Stato. Che i detenuti in attesa di giudizio stanno in cella 22 ore e le rimanenti due ore le passano in promiscuità con delinquenti incalliti. Che a Poggioreale ci sono 1800 detenuti e tre educatori e che al Centro clinico di Secondigliano ci sono detenuti malati di Aids in fase terminale e non vengono curati adeguatamente. Qualcuno forse sa che ci sono infezioni come la scabbia o la tubercolosi? Il carcere oggi è un vero e proprio sistema di tortura . Le leggi, compreso anche l?ultimo provvedimento Simeone-Saraceni, non vengono applicate; i magistrati gestiscono un vero e proprio dominio arbitrario dove decidono il destino dei detenuti. Con queste basi nessuna legge potrà mai funzionare, è chiaro». Ma allora i funzionari del ministero di Grazia e Giustizia, ci prendono in giro. «Guardi, ho scritto decine di lettere di mio pugno al direttore generale, Alessandro Margara, e non ho mai avuto una sola risposta. Non c?è serietà nel modo di affrontare il problema, solo demagogici annunci ad effetto sull?ergastolo, che riguarda un sparutissimo numero di detenuti, o sul diritto al sesso. Questa gente non ha voglia di affrontare i problemi veri, dia retta a me. Ma se non risponde a me, cosa farà Margara con i detenuti?». Giuliano Pisapia, che in qualità di presidente della commissione Giustizia nella scorsa legislatura ha elaborato diversi progetti di legge per depenalizzare 100 reati minori, scarcerare i malati di Aids e rafforzare le politiche mirate al reinserimento sociale, dice: «Mi dà fastidio che ci siano persone, nel Parlamento e nel Paese, che continuano a fare promesse senza poter mantenerle. Proclami come quelli fatti sull?affettività in carcere mi irritano parecchio, perchè lo sappiamo tutti che questo è un progetto irrealizzabile in quanto mancano i numeri legislativi. Io credo che dovremmo concentrarci di più in direzione di una riforma organica della giustizia e delle carceri. Quando riusciremo a far diventare leggi di Stato alcuni provvedimenti già votati dalla Camera, allora forse smetteremo di riparlare sempre degli stessi drammatici problemi che assillano operatori e detenuti. Il motivo per cui mi son scornato con il passato e presente governo è proprio quello di non riuscire a lavorare sulle riforme sostanziali L?idea che i progetti di legge, votati dalla Camera, siano ancora fermi, da un anno e mezzo mi fa imbestialire». Livio Ferrari, da buon volontario solleva un problema legato più agli individui che alle leggi e dice: « Rispetto alla situazione dei detenuti non c?è stato nessun miglioramento, rispetto agli agenti di polizia penitenziaria invece c?è stato un netto peggioramento. Molti soffrono patologie psichiatriche e tantissimi fanno uso di sostanze stupefacenti e di alcol, al punto che molti di loro sono spesso fuori servizio perchè devono disintossicarsi. Anche nei loro confronti non c?é mai stata nessuna attenzione e l?emergenza cresce di giorno in giorno». Costi e personale Costo carceri nel 1998:49.032miliardi Costo per detenuto:225.000 al giorno Costo medio pasto:3.800 lire al giorno Poliziotti:1 ogni 1,2 detenuti Direttori:1 ogni405 detenuti Direttori servizi sociali:1 ogni 1.225 detenuti Educatori coordinatori:1 ogni 82 detenuti Educatori ordinari:1 ogni1.000 detenuti Disagio e proteste Autolesionismo: anno 1996 4.634 anno 1997 5.706 Tentati suicidi anno 1996 709 anno 1997 773 Decessi anno 1996 78 anno 1997 67 Ferimenti anno 1996 1.378 anno 1997 1.349 Incendi anno 1996 53 anno 1997 56 Sciopero fame anno 1996 5.389 anno 1997 6.920 Astensione attività anno 1996 427 anno 1997 946 Rifiuto terapie e vitto anno 1996 4.254 anno 1997 5.013 Evasioni anno 1996 19 anno 1997 31


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA