Mailbooks for Good. La coda lunga dei libri

di Marco Dotti

Ricevi in regalo un libro, lo leggi e quando l’hai terminato apri la copertina e lo regali a tua volta a un ente benefico o a una biblioteca con le finanze in crisi. Non c’è nemmeno bisogno della busta, tutto è pronto per l’uso, anzi… per il riuso. Ci hanno pensato quelli di Mailbooks for Good (→ QUI) che con la Random House, una delle più prestigiose case editrici al mondo, hanno messo a punto questo sistema semplice, ma efficace. Un sistema aperto, che per ora è limitato a alcuni titoli della casa editrice con diffusione nel circuito librario australiano, ma è aperto alla collaborazione con biblioteche o enti. E, ovviamente, altre case editrici.

«When you share a book, you’re sharing more than just pages of paper and ink. You’re sharing the opportunity to learn, discover and feel cared for». Quando condividi un libro, non condividi inchiostro o carta. Condividi l’opportunità di imparare, di scoprire. Così si legge nel manifesto del progetto. Un progetto basato su un’idea molto interessante: la cultura è prima di tutto cura. Cura di sé e degli altri. In fondo, nulla di diverso da quando due secoli fa scriveva il poeta Jean Paul: i libri sono lettere un po’ più lunghe del normale spedite a amici spesso sconosciuti o lontani. 

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