«Le parole sono importanti!» Lo urlava, toccandosi il cuore, il Nanni Moretti di Palombella rossa. Lo urlava a una giornalista che lo stava incalzando sul suo “matrimonio in crisi”. «Dove le andate a prendere queste espressioni, dove le andate a prendere…». Già, dove le vanno a prendere?
Le parole sono importanti, ma anche le parole impazziscono e trascinano sul fondo quelle “verità” di cui vorrebbero partecipare. Papa Francesco, quanto mai attento al alle parole e alla loro ricaduta specifica nella situazione e nell’azione, è tornato ieri su questo punto.
Nella tradizionale messa del giovedì a Santa Marta, citando lo scrittore Gilbert K. Chesterton (1874-1936), ha così ribadito che le parole sradicate al tempo stesso sradicano. Che cosa sdradicano? Sradicano l’uomo dal mondo e il messaggio cristiano dalla parola cristiana. E che cosa affermava du di tanto importante, sulle parole, lo scrittore inglese Chesterton richiamato dal Papa? Parlando di eresie, Chesterton affermava che un’eresia è una parola che è diventata pazza. E che cos’è una parola “impazzita” se non una parola che gira a vuoto, che si contempla e si fa contemplare, ma non si distilla in azione? Quante parole vuote, quante formule insensate, quanti significati perduti e quante azioni mancate… Il marketing dell’anima ha corroso l’anima e si è ritrovato solo, davanti allo specchio, a contemplare le proprie miserie.
Le parole che non si traducono in una pratica, ricorda il Papa, creano un vuoto in cui si insedia il «potere per il potere». Ai Farisei, cui riconosceva di “conoscere tutto”, che cosa rimproverava d’altronde Cristo? «Rimproverava di conoscere tutto, ma di non farlo».
Nel passo evangelico di Matteo (7, 21.24-27) richiamato dal Papa, si legge «che colui che ascolta la parola e la mette in pratica sarà simile a quell’uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. In fondo, ha spiegato il Papa, è un’equazione matematica: ascolto la parola → la metto in pratica → l mia casa è costruita sulla roccia. Tutto semplice? Non proprio, non sempre.
Perché anche le parole cristiane possono condurre al male, se svuotate dalla presenza (e dalla grazia) di Cristo, che chiama all’azione. Conclude infatti il Papa: «Una parola cristiana senza Cristo ti porta alla vanità, alla sicurezza di te stesso, all’orgoglio, al potere per il potere. E il Signore abbatte queste persone. Questa è una costante nella storia della Salvezza».
Ecco perché le parole sono importanti: perché ci radicano in una pratica. O sono come il fumo negli occhi che ci impedisce di vedere quando la casa brucia.
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