Cultura

Leggi: occhio al Ddl 1095, associazioni invalidi nell’8 per mille?

Il Disegno di legge è attualmente in corso d'esame nella 1° Commissioni Affari Costituzionali in sede referente. Ma c'è qualcosa che non va.

di Riccardo Bonacina

Si intitola Ddl 1095, si tratta di Disegno di legge attualmente in corso d’esame nella 1° Commissioni Affari Costituzionali in sede referente. Il Ddl presentato il 4 febbraio 2002 è d’iniziativa di Ugo Bergamo (Ccd-Cdu) e firmato da altri parlamentari, Zanoletti, Forte, Cherchi, Eufemi, Moncada Lo Giudice di Monforte e Gaburro. Il contenuto è semplice: il riconoscimento dell’interesse pubblico nazionale di Associazione nazionale mutilati e invalidi civili, Associazione nazionale fra mutilati, Ente nazionale sordomuti, Unione italiana ciechi, Unione nazionale mutilati per servizio. Cosa significa questo riconoscimento? Dice il ddl: “Concorrono con lo Stato alla ripartizione della quota pari all’otto per mille dell’Irpef liquidata dagli uffici sulla base delle dichiarazioni annuali”, e ancora “queste associazioni rappresentano i portatori di handicap dinanzi agli organi dello Stato”. Dove sta il problema? Beh, nel privilegio, perché solo queste associazioni? E il resto del Terzo settore? E le altre importanti associazioni che si occupano di handicap (un nome per tutti, Lega del Filo d’oro)? I firmatari del Ddl hanno al proposito idee tanto rozze quanto chiare. Ecco cosa scrivono nella relazione di accompagnamento: “Negli ultimi anni si sono via via accresciuti gli organismi di tipo associativo (…) Questo fiorire di inziative ha, tuttavia, generato un fenomeno di superfetazione di associazioni di varia natura, di scarsa o di nessuna esponenzialità; che anziché portare giovamento alla causa delle categorie di riferimento, generano confusione nelle rappresentazione delle istanze”. E via di questo passo. Cari Forum del Terzo settore, Summit della Solidarietà, Uildm, eccetera eccetera, vogliamo rispondere al signor Bergamo e al signor Moncada Lo Giudice di Monforte? Ah, scordavo, ancora una volta complimenti alla classe politica italiana che tra un girotondo e una legge pro-Berlusconi, per il resto dorme. Ma non esisteva un tavolo interparlamentare sul Terzo settore?


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