Giovanni Endrizzi: “l’azzardo uccide l’economia e lo Stato perde 10 miliardi di euro”
di Marco Dotti
Dal 2000 a oggi c’è stato in Italia uno sviluppo esponenziale del gioco d’azzardo. Nuovi giochi e nuove tipologie di giocata per vecchi giochi, una jungla d’azzardo che garantisce allo Stato entrate per 9 miliardi di euro l’anno. La senatrice Federica Chiavaroli del Nuovo Centro Destra – della quale abbiamo chiesto le #dimissioni – al fine di giustificarsi dopo il caos seguito all’approvazione in Senato del suo emendamento pro-azzardo, ha affermato senza pudore: «lo faccio per l’Erario».
Da studi e ricerche indipendenti, sappiamo però che i costi economici e sociali derivanti dalla crescita delle patologie legate all’azzardo, anche in conseguenza del continuo calo delle entrare erariali, nel volgere di pochi anni – due, massimo tre – saranno tali da far saltare il sistema di welfare. Ciò detto, la strategia politica e di comunicazione di chi promuove l’azzardo come mezzo (affermando: “assicura all’erario entrate”) e al tempo stesso come fine in sé (affermando: “si è sempre giocato e chi vuole farlo perché non dovrebbe?”) va in tutt’altra direzione: promuove inutili campate sul “gioco eccessivo”, mira a rinsaldare il nesso “carità-azzardo”, vincola infine ogni possibilità di decisione politica, prima ancora che etica, a questioni di natura tecnico-fiscale. Oramai, dopo il passo falso della senatrice Chiavaroli e dei 140 parlamentari che l’hanno appoggiata in Senato, sappiamo tutti che le cose non stanno così. Abbiamo chiesto un parere a un altro senatore, tra i più attenti e attivi sulla questione dell’azzardo legale: Giovanni Endrizzi, del M5S.
Lei che strategia di uscita propone rispetto a questo cappio fiscale? Lo Stato ci perde o, come vorrebbero la senatrice Chiavaroli e il sottosegretario Giorgetti, addirittura ci guadagna?
Lo Stato ci perde in assoluto. Su quasi 19 Miliardi persi al gioco d’azzardo dagli Italiani nel 2012 lo Stato Italiano ha incassato poco più di 8 miliardi ma deve scontare perdite per almeno 10 miliardi i giocatori problematici e patologici presentano minore produttività sul lavoro, assenteismo, si ammalano più facilmente, vanno più spesso dal medico, consumano più farmaci; spesso perdono il laovoro e richiedono assistenza sociale; hanno disturbi da stress, ansia, depressione, idee suicidarie.
In che misura potremmo quantificare i costi sociali – diretti e indiretti – per le casse dello Stato causati dall’azzardo di massa?
Ben 6 miliardi sono i costi sociali e sanitari stimati; per non parlare dei costi di cotrollo e repressione dei reati commessi da giocatori allo scopo di procurarsi denaro, dagli usurai, per controllo e repressione frodi… Quasi 4 miliardi si perdono per mancate entrate IVA. Nelle regioni con redditi pro capite più basso, la quota dedicata al gioco d’azzardo è più alta. È dunque denaro che andrebbe speso in beni di largo consumo, vestiario, alimenti, spese sanitarie, istruzione; migliorerebbe la qualità della vita delle persone, delle loro famiglie e soprattutto dei figli. Anche lo Stato ricaverebbe 3,8 miliardi solo di IVA, per non dire della fiscalità diretta sui redditi da lavoro e da impresa. Dunque a fronte di entrate per 9 miliardi, lo Stato sconta perdite per almeno 10miliardi. Ne beneficerebbe anche l’occupazione. Nel 2012 l’industria del gioco d’azzardo, ha succhiato capitali per 19 miliardi e dato lavoro a 120.000 addetti. Esattamente i posti di lavoro persi in un solo anno dall’edilizia a cui sono venuti a mancare 15miliardi di investimenti. Se poi consideriamo un settore strategico dell’edilizia, quello del risparmio energetico, con soli 8,2 miliardi avremmo creato o salvato 150.000 posti di lavoro
Ammettiamo esista un problema legato alla tenuta dell’Erario. Punire le regioni e i comuni #noslot non è certo la soluzione….
È necessario aumentare la tassazione sui giochi d’azzardo per ricavare risorse per finanziare campagne di prevenzione e sensibilizzazione (studi europei indicano che la conoscenza dei rischi rappresenta un fattore protettivo) oltre naturalmente ai programmi terapeutici che il decreto Balduzzi ha lasciato scoperti. Va finanziato inoltre uno studio che fornisca dati epidemiologici certi e esaurienti come in nord Europa e metta in evidenza i reali costi per lo stato e consenta di definire eventualmente una strategia di uscita da questa tagliola.
Gioco vietato ai minori, campagne di “educazione” al gioco responsabile… Un altro gravissimo problema, visto che è un dato rilevabile da tutti oramai: i minori giocano, spesso indotti a farlo dagli stessi genitori. Una catastrofe…
L’8% dei ragazzini di 15 anni presenta profili riconducibili a gioco d’azzardo problematico. Nemmeno questo semplice divieto viene fatto rispettare: è segno che davvero serve un cambiamento profondo, nelle leggi, ma anche nella cultura. Ognuno di noi può decidere di gustare un caffè più “buono” senza la presenza delle macchinette succhia-soldi. Può pretendere dal proprio sindaco (e sostenerlo in questo) perchè eserciti tutti i suoi poteri e ne chieda ulteriori a tutela della salute pubblica e di una cultura #noslot.
@communitasbooks
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