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Chi entra e chi esce La giunta cambia look

Fuori i presidenti delle Federazioni, dentro gli atleti e gli esponenti degli enti di base. Nessun incarico per i politici. E sui conti vigileranno i revisori nominati dal governo

di Pasquale Coccia

Sono numerose le novità introdotte dal decreto legislativo di riordino del Coni approvato di recente dal Consiglio dei ministri. Per la prima volta entrano a far parte della giunta del Coni gli atleti, almeno tre su dieci membri, in rappresentanza dell?alto numero di allenatori e atleti dediti allo sport agonistico di alto livello. Non potranno coprire cariche dirigenziali ai vertici del Coni i parlamentari nazionali ed europei, i consiglieri regionali, provinciali, gli assessori comunali e i sindaci. I presidenti delle Federazioni sportive nazionali non potranno più far parte della giunta del Coni, viene meno in questo modo l?anomala situazione che consentiva ai dirigenti del Coni di essere controllati e controllori del proprio operato, consentendo allegre spese. E per restare in tema, a controllare i conti del Coni ci sarà un collegio di revisori con mandato quadriennale, ognuno dei quali sarà nominato dalla presidenza del Consiglio, dal ministro per i Beni culturali e dal ministro del Bilancio. Una novità rilevante è rappresentata dal Comitato nazionale sport per tutti, che diventa organo del Coni. Avrà il compito di promuovere lo sport sul territorio e vi faranno parte gli enti di promozione sportiva e altri soggetti interessati, i quali avranno diritto di voto in merito a questioni che riguardano lo sport sociale. L?operato di questo organismo si concentrerà anche sulla collaborazione e cooperazione con le istituzioni scolastiche e universitarie. Un apposito statuto garantirà l?adeguato raccordo tra le attività decise dal Comitato e le esigenze del territorio. Anche l?assetto del Coni cambia: le Federazioni sportive avranno natura giuridica e saranno disciplinate dal codice civile, risponderanno del proprio operato alla giustizia, mentre il Coni mantiene il ruolo di ente pubblico sul quale il ministro per i Beni culturali eserciterà la vigilanza. In caso di gravi inadempienze e di violazione della legge, il ministro potrà destituire il presidente e nominare un commissario.


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