Politica
Chiude l’Agenzia del terzo settore: tutta l’arroganza del Governo Monti
La chiusura dell’Agenzia del Terzo settore dopo 10 anni di onorato servizio si celebra senza lacrime e tramite il freddo comunicato stampa del Consiglio dei ministri di venerdi 24 (la versione integrale qui) dove al punto 7 tra le misure per il contenimento della spesa si annuncia che “Il Consiglio dei Ministri ha poi approvato due nuove misure per il contenimento della spesa pubblica. La prima riguarda la soppressione dell’Agenzia del Terzo settore, le cui competenze saranno esercitate dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali. In un successivo decreto della Presidenza del Consiglio si definiranno tutti gli aspetti relativi alla successione nei rapporti attivi e passivi dell’Agenzia”. Nessun commento e dichiarazione da parte del Governo se non l’annuncio di un funzionario del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Danilo Giovanni Festa, direttore generale per il volontariato, l’associazionismo e le formazioni sociali, che a Lucca, sabato 25 febbraio se ne esce con una dichiarazione per nulla rassicurante “le sue funzioni passeranno al Ministero del lavoro e delle politiche sociali” (ecco le dichiarazioni di Festa). La cronaca della chiusura dell’Agenzia del Terzo settore annunciata maldestramente dal ministro Elsa Fornero a Milano a margine di un convegno (qui la notizia), è molto istruttiva riguardo l’elevatissimo tasso di arroganza del Governo Monti e della sua miopia culturale.Dopo il maldestro annuncio della Fornero, che non si era neppure interessata di consultare i soggetti del Terzo settore al proposito, tutti i soggetti sociali hanno chiesto, con appelli e comunicati, al Governo di non procedere in una misura che suonava non solo come punitiva e penalizzante per il Terzo settore a cui sarabbe venuto meno un riferimento che sia pur istituzionale e governativo aveva sempre mantenuto alta la sua funzione promozionale e la sua capacità di controllo esercitata grazie alle elevate competenze e al suo profilo di terzietà rispetto ai soggetti controllati e agli agenti del controllo. Anche le forze politiche, tutte, hanno fatto altrettanto, qui la lettera bipartisan inviata a Monti e alla Fornero lo scorso 15 febbraio. Questo uno dei passaggi più significativi della lettera: “I costi sostenuti per l´attività dell´Agenzia sono relativamente bassi (il budget 2011 è stato di 700.000 euro) con cariche praticamente gratuite del suo Organo collegiale. Non c’è nessuna istituzione pubblica competente che in caso di chiusura dell’Agenzia per il Terzo Settore potrebbe assumere i compiti che l’Agenzia oggi svolge. Si lascerebbe un vuoto nella funzione propositiva e di controllo sul mondo del terzo settore. In ogni caso sarebbe utile l’apertura di un confronto di merito per consentire all’agenzia di operare in piena collaborazione con le autorità di governo. Infine, riteniamo che in un momento in cui da più parti (Unione Europea, Presidente della Repubblica, Indagini Censis, Eurispes, etc.) si vede nel contributo che il Terzo Settore non profit dà, per esempio al Welfare, un fattore fondamentale per uscire dall’attuale crisi, apparirebbe incomprensibile la chiusura dell’Agenzia per il Terzo Settore”.
Ebbene, il Governo Monti se n’è totalmente fregato delle decine e decine di appelli e con una pervicacia a mio parere stupida e assai pericolosa ha proceduto nella scelta miope di chiudere l’Agenzia e di internalizzare nella già inefficiente (e vivaddio costosa e mai trasparente) burocrazia ministeriale le sue funzioni (resta da capire come accadrà).
La vicenda oltre ad essere un vero exempla dell’arroganza di un Governo non eletto dal popolo, dice anche della pochezza politica delle rappresentanze del Terzo settore, incapaci di qualsiasi seria vertenza e delle illusioni in cui per troppo temmpo si sono cullati gli stessi membri dell’Agenzia.
Al Terzo settore non resta che rassegnarsi a continuare a sentire il ritornello di chi ritiene il welfare solo un centro di costo (come la professoressa Fornero e i suoi sodali) e aspettare che passi la nuttata. Amen
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