Salute

Aids: poche denunce di discriminazione. Paese della favole o paura?

Appena 10 in vent'anni i casi di discriminazione controsieropositivi portati davanti ai giudici. Un progetto europeo di informazione legale rivela i limiti della tutela in Italia.

di Barbara Fabiani

Tacere o uscire allo scoperto e far valere i propri diritti, ma poi cos’ esporsi allo stigma? Questo è il dilemma, durissimo, che una persona sieropositiva deve risolvere quando subisce una discriminazione. Infatti in Italia malgrado l’ipertrofia normativa in materia (ben 199 tra leggi, decreti, circolari etc) appena dieci casi di discriminazione ai danni di sieropositivi o di malati di Aids hanno avuto accesso alle aule della giustizia. E’ forse perchè “da noi queste cose non succedono” ? Secondo il professore Avrom Sherr , giurista e docente all’Università di Londra, il caso italiano risente soprattutto di una non adeguata messa a punto dei meccanismi di privacy , ma anche una non sufficiente preparazione specialistica degli operatori legali. Sherr che sta coordinando un progetto europeo di rafforzamento dell’aiuto legale alle vittime, sottolinea che in Italia come altrove le discriminazioni toccano ambiti come il lavoro, la sanità , la scuola, le coperture assicurative, la concessione di crediti , l’affitto di alloggi ma soprattutto – ed è infatti la voce più frequente anche nella casistica italiana- l’accesso al lavoro. La ricerca, che coinvolge nove partner europei, viene presentata e sostenuta in Italia dalla Regione Veneto che a Verona accoglie uno dei pochi uffici di assistenza legale in materia legato ad una Asl, ovvero il Dipartimeto della dipendenze guidato dal prof. Serpelloni nella asl 20 di Verona. “Il progetto europeo ha l’obiettivo di mettere a punto delle linee guida per gli operatori del settore , in particolare avvocati e magistrati- spiega l’assessore alla politiche sociali Antonio De Poli. “Per sostenere questo percosro di aggiornamento e informazione la Regione Veneto ha pensato di promuovere un Osservatorio sulle discriminazioni verso i sieropositivi, composto da esperti legali . In questo modo speriamo di poter dare un riferimento sia alle vittime che ai legali che li assistono sulle materie legislative, la casistica e, perchè no, anche le possibili soluzioni da intraprendere”, concude De Poli, augurandosi che l’esempio possa essere seguito da altre Regioni, molte delle quali comunica di aver già provveduto a sensibilizzate sull’argomento. L’iniziativa è stata accolta con grande favore dalle associazioni come Anlaids e la Lila, che da anni non fanno che raccogliere denuncie di discriminazioni cercando ogni volta di arrivare alla miglior soluzione possibile per le vittime. In particolare cercando di far conciliare il più possibile la privacy con la tutela giuridica.


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