Il nostro magazine è stato il primo a dedicare una copertina allo scandalo F 35, era l’11 settembre 2011 (qui a lato una riproduzione). Il Governo Berlusconi-Tremonti aveva appena varato una manovra di sacrifici e tagli eppure stanziava un copioso gruzzolo di miliardi per degli aerei da guerra. Con il Governo Monti-Grilli le cose, se possibile, sono andate peggi, sia in fatto di lacrime e sangue sia per lo stanziamento degli F 35 sia per il peso delle bugie raccontate in questi mesi.
Da un anno la società civile è mobilitata sul tema. Sulla base di un ragionamento semplice: che senso ha spendere tutti questi soldi mentre si costringono milioni di italiani a fare enormi sacrifici e mancano i soldi per il lavoro, la scuola, la lotta alla povertà, i servizi degli enti locali, la protezione civile, la polizia e la giustizia, la sanità? Contro questa decisione irresponsabile, la Tavola della pace, la Rete Italiana per il Disarmo e la Campagna Sbilanciamoci! hanno anche promuovono una Giornata nazionale di mobilitazione contro gli F-35 lo scorso 25 febbraio 2012 nell’ambito della campagna “Taglia le ali alle armi” lanciata dalle tre organizzazioni.
In decine di città (tra cui Torino, Bari, Perugia, Napoli, Milano, Roma, Novara, Trieste, Cagliari, Trento…) si sono raccolte migliaia le firme dei cittadini contro l’acquisto degli F-35 che sono state consegnate al Parlamento, dove si discuteva la riforma delle Forze Amate. E gli stessi parlamentari sono stati chiamati, collegio per collegio, a prendere una posizione pubblica. In molti lo hanno fatto e in Parlamento sono state presentate interrogazioni. Interrogazioni che hanno costretto nel febbraio del 2012, nel bel mezzo di una crisi economica senza precedenti, il ministro “tecnico” della Difesa, l’ammiraglio Giampaolo Di Paola ad annunciare pomposamente che l’Italia avrebbe acquistato solo 90 F35, invece dei 131 inizialmente prenotati, così da ottenere un risparmio di cinque miliardi di euro. Una balla clamorosa smentita poi dalla preoccupante escalation dei costi prevista nel rapporto americano, di cui il ministro “tecnico” (?) Di Paola era già a conoscenza e che ha volutamente omesso. Se l’ammiraglio a febbraio dice “l’areo costa 80 milioni” (di dollari), ma a settembre si corregge e dice che in verità i milioni sono 127 (!), voi Parlamento che fareste? Lo chiamereste per farvi spiegare come mai il costo di un aereo in sette mesi possa aumentare da 80 a 127 milioni. Un genio: un costo previsto e staanziato di 17 miliardi di euro (di cui 2 miliardi e mezzo già pagati alle imprese).
Di tutto queste polemiche, mobilitazioni, interrogazioni, figuracce Pierluigi Bersani non se ne deve essere accorto e nulla deve essere arrivato alle sue orecchie (forse era intento a pettinare bambole visto che si è perso anche Crozza) se ieri sera nel confronto televisivo con Renzi, alla domanda: “Nel primo incontro con Obama cosa gli direste?” se n’è uscito in questo modo orrendo. Ecco la trascrizione dello scambio di battute:
Bersani: “Innanzitutto, l’Afghanistan: il 2013 deve essere l’anno di chiusura di questga avventura; poi, gli F35: con questa crisi non mi sembra il caso…”. Renzi a quel punto non si trattiene: “Scusa segretario, ma sull’Afghanista la ‘road map’ già prevede l’uscita nel 2013; e gli F35 dipendono da noi, non da loro…”. Eh già caro Bersani, invece di chiedere a Obama magari prendi uno specchio e fatti qualche domanda.
Il mattino dopo, non posso tacere di fronte a questo modo di far politica fatto da bugie o mezze verità (sono la stessa cosa), di grigiore ammiccante su temi cosi importanti. Ma Bersani dov’eri questi anni??? Eddai! Non so se sei bugiardo o distratto, ma le due cose sono entrambe gravissime.
In ogni caso per un ripasso da 4 minuti:
F-35 Un caccia per finanziare il Servizio civile
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