In attesa dei dati che verranno pubblicati il 2 dicembre prossimo, attestiamoci su quelli del 2013: sono 60 i miliardi di euro bruciati in Italia a causa della corruzione. In Europa la cifra si aggira sui 120 miliardi di euro. L’Italia, da sé, vale metà dell’intera corruzione europea, o forse qualcosa di più.
Una cifra che spinge l’Italia al al 69° posto nella classifica del Corruption Perceptions Index. Su 177 Paesi analizzati dall’organizzazione non governativa Transparency internationational, l’Italia si colloca tra il Montenegro e il Kuwait e fa peggio del Ghana.
«Nell’Europa di oggi la corruzione è la più grande minaccia individuale alla democrazia. Sempre più persone nel nostro continente stanno perdendo fede nello stato di diritto». Così si esprimeva nel gennaio del 2013 il segretario generale del Consiglio d’Europa, il norvegese Thorbjørn Jagland e la situazione, in un anno, non è certo migliorata.
Se guardiamo i risultati del Global Corruption Barometer ci accorgiamo che gli italiani considerano corrotte soprattutto le istituzioni. Vediamo la classifica:
1) i partiti politici (69%);
2) il Parlamento (44%);
3) la pubblica amministrazione (29%);
4) il sistema sanitario (24%).
Il 69% degli italiani ritiene quindi che al vertice della piramide della corruzione vi siano i partiti politici. Solo il 29% considera invece corrotta la Pubblica amministrazione. Il 5% degli italiani ammette di avere pagato tangenti.
Il 70% dei cittadini italiani ritiene inoltre che il governo del Paese sia in qualche modo influenzato da lobby o poteri terzi.
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